A Ozzano con il lievito vola anche il fatturato di Ar.pa
Quando sul finire del 2019 hanno rilevato l’azienda dal fondatore Paolo Fantazzini, i sei dipendenti (ora soci) Carla Gherardi, Cristian Lollini, Cristina Buriani, Mohamed Ayari, Davide Gilli e Giuseppe Scarpelli non si sarebbero mai potuti immaginare, né se lo sarebbero mai augurato ovviamente, che il loro primo anno da titolari sarebbe coinciso con la pandemia da Covid-19 e relativi effetti sulle abitudini (anche alimentari) delle persone. Se nel corso del lockdown di marzo-aprile la domanda di lievito era inaspettatamente impennata, con tanto di gesti quasi inconsulti, in un autunno di altrettanti effetti imprevedibili l’Ar.pa Lieviti e Affini Srl di Ozzano Emilia si rivela un punto d’osservazione peculiare sul mondo dei consumi.
Per dare qualche numero, in particolare proprio tra marzo e aprile, nel picco delle vendite, si è passati da 2,5 tonnellate di lievito secco attivo granulare a lenta lievitazione per dolci e salati venduto a ben 25 tonnellate. «Abbiamo retto rispetto ad altri settori e le vendite sono andate bel oltre le nostre previsioni – afferma Carla Gherardi, 51 anni, titolare e amministratore delegato -, ma la corsa al lievito ora si è stabilizzata». (ti.fu.)
Approfondimenti su «sabato sera» del 21 gennaio.
Nella foto: Carla Gherardi e Cristian Lollini in ufficio