A Varignana durante i lavori per il frantoio emergono vasca e fornace romana
Tra i progetti di Agrivar, l’azienda agricola di proprietà di Palazzo di Varignana (a sua volta controllata dal colosso dei servizi informativi bancari Crif), c’è anche l’avvio del frantoio in via Villalunga a San Nicolò di Varignana, nei pressi della via Emilia, a servizio degli oltre 100 mila olivi che l’azienda coltiva in 150 ettari sulle colline di Varignana. L’obiettivo di realizzare un proprio frantoio, però, è stato rinviato a ottobre del 2022 per il ritrovamento occasionale, durante i lavori di scavo per la sua costruzione, di importanti reperti archeologici. «A settembre del 2019 – racconta Chiara Del Vecchio, alla direzione delle Risorse umane di Palazzo di Varignana e del coordinamento generale di Agrivar –, la scavatrice ha incontrato qualcosa che ci è sembrato da subito di notevole importanza sotto l’aspetto archeologico».
La ditta archeologica incaricata, sotto la direzione scientifica dei funzionari competenti per territorio della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, ha potuto, quindi, intercettare e scavare stratigraficamente diverse strutture ed evidenze, riconducibili ad uno o più complessi rustici produttivi di età romana. «Tra le scoperte più rilevanti – segnalano dalla Soprintendenza –, un tratto di strada glareata, ovvero con il manto stradale in ciottoli e ghiaia battuti, alcune strutture murarie in fondazione e riferibili a diversi edifici, i resti di una fornace, una vasca rettangolare ben conservata e correlata, in alcune fasi, alla produzione del vino, numerose opere di canalizzazione e almeno un pozzo. Nonostante la conservazione di questi resti risulti notevolmente compromessa dalle lavorazioni agricole protrattesi nel tempo in quest’area, resta ancora ben leggibile l’organizzazione di spazi produttivi attrezzati con strutture dedicate a diverse e specifiche attività». (a.g.)
Ulteriori approfondimenti su «sabato sera» del 14 gennaio.
Nella foto: la vasca venuta alla luce durante gli scavi