Cambia il Padre nostro, la preghiera più sentita
Magari chi non assiste abitualmente alla messa festiva neppure se n’è accorto, ma dalla prima domenica di Avvento sono state introdotte alcune modifiche alla liturgia nella chiesa cattolica italiana. La più sentita, perché si applica alla preghiera evangelica del Padre nostro, recitata da circa duemila anni dai cristiani di ogni professione, è quella che sostituisce l’espressione «Non ci indurre in tentazione» con «Non abbandonarci alla tentazione». Abbiamo chiesto dunque a Monsignor Giorgio Sgubbi, sacerdote imolese docente di Teologia Fondamentale alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e di Teologia Dogmatica all’Università di Urbino (con insegnamenti anche all’estero), di aiutarci a capire la ragione dei cambiamenti introdotti dalla Chiesa guidata da Papa Francesco.
Partiamo proprio dalla modifica del «Padre nostro»: se ne parla da anni, oggi si sono rotti gli indugi. Perché questa scelta?
«Per impedire l’idea, già purtroppo diffusamente radicata, che Dio sia quasi il protagonista delle tentazioni che incombono sul cammino dell’uomo, che Dio stia in agguato per tendere insidie e tranelli ai suoi figli. Ma è proprio Gesù che ci ha lasciato l’immagine di un Dio di tenerezza, in stato di perenne apprensione per il bene dei suoi figli, che soccorre chi ha sbagliato e si è smarrito… Insomma, un’immagine decisamente in contrasto con quella di un Dio “in agguato”
o che addirittura spinge i suoi figli per farli cadere. Si aggiunga che il “Padre nostro” si sviluppa a partire dalla parola “Padre”, e un padre non si comporta così. I cristiani insomma non hanno a che fare con un Dio invidioso, in competizione con l’uomo, o che si diverte a metterlo alla prova, al contrario: quando il male si affaccia nella vita dell’uomo, Dio combatte al suo fianco, perché possa esserne liberato. È un Padre per
noi, non contro di noi». (mi.ta.)
Ulteriori approfondimenti su «sabato sera» del 24 dicembre.
Nella foto: la Sacra Famiglia, con il bue e l’asinello, in una rappresentazione con le tradizionali statuine del presepe