Terremerse, anno positivo e fusione con Pempacorer
«Il 2020 è stato faticoso per tutti, con tante variabili anche in un comparto – quello agricolo – che ha subito meno terremoti di altri, ma per noi è stato anche un anno molto importante. Storico, possiamo dire. Abbiamo infatti concluso un lungo percorso che ci ha portato ad ottenere la qualifica di Organizzazione di produttori per quanto riguarda l’ortofrutta. Questo ci ha permesso di varare la fusione con un’altra Op di cui eravamo soci, Pempacorer. I soci di Pempacorer, a cui forniamo già alcuni servizi, godranno invece di una maggiore solidità patrimoniale».
Così Marco Casalini, confermato presidente a giugno (subentrò a Gianni Errani, a metà mandato, nel 2010), tratteggia così gli aspetti salienti nell’anno che sta finendo per la cooperativa bagnacavallese che con la fusione «passerà dai 160 milioni di euro di fatturato con cui dovremmo chiudere il 2020 a circa 220 e aggiungerà importanti competenze interne». Si tratta dell’inizio di un nuovo percorso che nasce dalla conclusione di un altro, iniziato a sua volta nel 2002 con la fusione della cooperativa Pempa di Imola. Ibrahim Saadeh, dal 2019 presidente e amministratore delegato di Pempacorer dopo esserne stato a lungo direttore, continuerà a guidare il ramo ortofrutta come consigliere delegato di Terremerse.
Entrando nel dettaglio del 2020, «le basse temperature di marzo hanno abbassato le rese e indirettamente hanno ridotto il consumo di agrofarmaci – continua Casalini -. L’annata agricola è andata in sofferenza e, di conseguenza, anche le strutture che offrono servizi. Per noi è comunque stata un’annata buona che, grazie ai correttivi in corsa, chiuderemo con un fatturato vicino ai 160 milioni e un utile oltre il milione di euro. Analizzando le filiere, per i cereali è stato un anno che possiamo definire me- dio-buono, con accordi di filiera ormai storici con importanti società come Plasmon, Galbusera e altri. Abbiamo registrato anche un aumento dei conferenti. Il pomodoro da industria ha avuto un anno positivo, seppur senza squilli, dal punto di vista quali-quantitativo. La carne chiuderà in controtendenza con un mix di prodotti che si è modificato con l’arrivo del Covid, con una crescita importante nei prodotti base, rispetto a quelli più elaborati. Dopo un biennio di perdite, anche questo comparto chiuderà in utile».
Le agroforniture rappresentano da alcuni anni il ramo principale dell’attività della cooperativa in termini di fatturato. «Pensare multi-filiera è la nostra identità e l’agire sostenibile per noi è un obiettivo da almeno trent’anni – puntualizza il presidente -. Ridurre il consumo d’acqua e i concimi fa parte del nostro dna e oggi riusciamo a produrre più tonnellate per ettaro utilizzando meno acqua e meno concimi. Puntiamo molto sul nostro set- tore ricerca e sviluppo. Per noi i trattamenti sono difesa e nutri- zione della pianta. D’altronde, l’agricoltore è un imprenditore che quando inquina perde soldi». Casalini immagina Terremerse come una realtà «capace in futuro di crescere in tutti i comparti. Anche dopo la fusione con Pempacorer, continueremo co- munque a puntare sull’ortofrutta per l’industria, dove abbiamo accordi importanti con Conserve Italia e Fruttagel. L’obiettivo è alzare ulteriormente i servizi ai nostri soci. Nei prossimi anni ci aspettiamo molto anche dal Progetto Nocciolo. Un bel modo per festeggiare i nostri primi 110 anni di storia». (c.f.)
Nella foto: Ibrahim Saadeh e Marco Casalini