Bilancio di fine mandato per il CdA del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale
Con le elezioni svolte nei giorni scorsi, a fine anno si conclude il mandato 2016-2020 del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, con Alberto Asioli a ricoprirne il ruolo di presidente. «Si è trattato di un quinquennio intenso, nel corso del quale il Consorzio di bonifica è stato costantemente impegnato nella programmazione, progettazione ed esecuzione di numerosissimi interventi infrastrutturali e di sistemazione idraulica, atti a dare stabilità ai suoli, a prevenire e consolidare le erosioni, a garantire una corretta regimazione delle acque e a ottimizzare la distribuzione dell’acqua per uso irriguo realizzando nuove condotte in pressione» ha dichiarato Asioli.
In totale, fra pianura e montagna. sono stati ben 114 gli interventi/progetti realizzati, per un importo complessivo di oltre 88 milioni di euro.Per quanto riguarda il comprensorio di pianura (33 progetti per oltre 54 milioni di euro) gli interventi principali sono stati quelli irrigui, per l”estensione della rete tubata in pressione per la distribuzione delle acque del Cer fino a bordo delle aziende agricole beneficiarie. I comuni interessati sono stati quelli di Faenza, Lugo, Cotignola, Massa Lombarda e Sant’Agata sul Santerno. Inoltre, dopo lunghi anni nei quali il Consorzio ha sollecitato vari enti, ha ricevuto nel 2020 da parte della Regione Emilia-Romagna il finanziamento delle opere la laminazione del Canale dei Mulini di Castel Bolognese (il progetto esecutivo, realizzato dagli uffici tecnici consorziali, è stato validato ed è ora in corso la gara d”appalto per l”aggiudicazione dei lavori). Con questi interventi, il Consorzio prosegue quella importante opera di infrastrutturazione irrigua del territorio agricolo romagnolo che consente di affrancare la distribuzione dell’acqua mediante l”uso promiscuo dei canale di scolo consorziali, eliminando così problemi relativi alle perdite di sistema, incentivandone nel contempo l”uso razionale grazie alla contabilizzazione in base ai volumi effettivamente utilizzati e fornendo una fonte alternativa ai pozzi (importante in un territorio soggetto a subsidenza).
Nel comprensorio montano gestito dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale (oltre 80 progetti, per un valore totale superiore ai 34 milioni di euro) una delle principali tipologie d’intervento, in questo quinquennio, è rappresentata dalla costruzione di impianti irrigui interaziendali e relative reti distributive per conto delle aziende agricole (380 nello specifico dislocate nei Comuni di Imola, Riolo Terme, Castel Bolognese, Faenza, Brisighella), oltre alla manutenzione e costruzione di briglie di bonifica, opere realizzate nei corsi d’acqua, in grado di ridurre la pendenza degli alvei e, quindi, la velocità della corrente, nonché di far sedimentare, a monte delle stesse, le materie trasportate. A queste tipiche attività di bonifica montana se ne aggiunge un’altra altrettanto importante nel campo della gestione della risorsa acqua, in cui gli interventi del Consorzio riguardano la gestione e manutenzione dell’acquedottistica rurale al servizio di oltre 1.700 utenze sparse.
Altro aspetto fondamentale dell’attività del Consorzio in questi ultimi 5 anni è stato, infatti, anche quello legato al far fronte alle emergenze, a partire dalla siccità di quest’anno ma anche quelle del 2017 e 2018. È infatti evidente il cambiamento nella distribuzione delle piogge che rende sempre più indispensabile l”irrigazione, anche per colture che dieci anni fa non ne necessitavano e in periodi che erano, solitamente, destinati al fermo e alle manutenzioni degli impianti e dei canali.
Dalla siccità alla troppa acqua, il sistema di scolo del distretto di pianura gestito dal Consorzio, che è formato esclusivamente da canali artificiali di bonifica, viene ovviamente sollecitato anche dagli eventi meteorici intensi, che ormai hanno cadenza annuale. Eventi come quello di novembre 2019 si erano verificati anche a maggio dello stesso anno, a febbraio 2018, novembre 2017, settembre e marzo 2016 (senza dimenticare l’alluvione del 2015). Durante tali eventi il personale consortile, attraverso l”istituzione del servizio di piena, si occupa della messa in sicurezza dei canali e all”esercizio degli impianti idrovori per lo smaltimento delle acque meteoriche verso quello che è il recettore finale, ossia il Mare Adriatico, cercando di garantire nel miglior modo possibile la sicurezza idraulica di tutto il territorio coinvolto. (da.be.)
Nella foto: il presidente Asioli