Terre Cevico esporta di più, maggiore plusvalore ai soci
Un fatturato aggregato di 159 milioni di euro, il patrimonio netto che sale a 72 milioni di euro, l’export che tocca quota 52 milioni di euro, ma soprattutto un plusvalore riconosciuto ai soci (ossia il maggior valore riconosciuto ai soci rispetto alle medie di mercato) di 7,1 milioni, che è il cuore dello scambio mutualistico, principio cardine della cooperazione. Sono questi i punti salienti del bilancio 2019/2020 (che copre il periodo 1 agosto – 31 luglio, utilizzato da varie imprese che hanno come attività caratteristica quella agricola) approvato nei giorni scorsi dall’assemblea soci di Terre Cevico e che getta le basi a quello che vuole essere «un 2021 che ci veda riprendere a viaggiare ai ritmi di crescita pre-Covid – commenta il presidente Marco Nannetti, fresco di riconferma alla guida della cooperativa -. Per farlo abbia- mo in cantiere un piano d’in- vestimenti che vede in 5 anni un’ulteriore trasformazione per raggiungere una ancor maggiore efficienza nella coo- perativa. La sostenibilità sarà un prerequisito. È richiesta alle aziende che pensano di cresce- re e andare avanti, chi non ha nel proprio Dna la sostenibilità come modo di approcciarsi sul fronte ambientale, etico e sociale, avrà un futuro di breve durata».
Risultati importanti, in un anno oltremodo difficile per tutti, anche per i grandi gruppi del vino, che hanno portato alla naturale conferma di Nannetti alla presidenza, dove verrà affiancato dai vicepresidenti Franco Donati (presidente della cantina cooperativa Le Romagnole di Lugo) e Maddalena Zortea (presidente della cantina cooperativa Colli Romagnoli di Imola). «A fine marzo avrei firmato per chiudere così il bilancio – spiega il presidente Marco Nannetti -. Questo 2020 caratterizzato dall’emergenza Covid ci ha portato a riflettere con maggior intensità sulla nostra identità, per rafforzare le nostre basi e rilanciare con nuovi progetti. Consapevolezza quindi, come base per il miglioramento continuo, per il coinvolgimento delle parti, per uno sviluppo rapido e mirato delle strategie produttive e commerciali. Siamo un gruppo cooperativo che coniuga responsabilità e sostenibilità ad aspetti come il forte rinnovamento tecno- logico, la flessibilità strategica dell’offerta per ogni mercato dal locale al mondiale. L’attenzione a tutta la filiera, la tracciabilità della materia pri- ma e il controllo dei processi di produzione sono sempre il fulcro del nostro lavoro e si coniugano al senso etico e all’attenzione all’ambiente con un forte orientamento al sociale perché parte del nostro Dna di cooperatori».
Da sottolineare è in particolare la crescita dell’export, che era di 49,3 milioni nell’esercizio precedente e che sale quindi di quasi 3 milioni di euro. Le difficoltà di questo settore sono state enormi con una pressoché stasi durante il lockdown e con un perdurare di una difficile situazione internazionale che non ha certo agevolato. Terre Cevico ha comunque portato il vino romagnolo in 67 Paesi, con quattro mercati in evidenza: Cina (dov’è il primo esportatore italiano, ma dove ha sofferto il blocco delle dogane di oltre sei mesi dovuto alla pandemia), Giappone (secondo esportatore italiano), Stati Uniti e Russia. Altra performance particolarmente positiva è quella del vino biologico, esportato in 40 Paesi del mondo, e capace di crescere del 35% con vendite più che raddoppiate in Canada e con buone performance con- fermate sia nei Paesi asiatici che in Europa. «A guidarci verso il futuro saranno innovazione, qualità, tecnologia e flessibilità – continua il presidente – che verranno concretizzate in nuovi investimenti». Investimenti previsti nel piano di sviluppo industriale per il periodo 2020/2024 che interesserà la sede dei due principali stabilimenti di produzione, Lugo (nuovo magazzino) e Forlì (nuovo stabilimento) con un progetto, nel segno della sostenibilità economica e ambientale, di sviluppo della cosiddetta industria 4.0. Infine, una curiosità. Uscirà il prossimo 20 dicembre il nuovo spot San Crispino che vedrà protagonista sempre l’attore Cesare Bocci. «Ci siamo superati – conclude il presidente – e abbiamo reso moderna la musica da discoteca anni ‘70». Una risposta al nuovo spot di Caviro con Paolo Cevoli? «No – sorride Nannetti -. E poi il mio amico Carlo (Dalmonte, presidente di Caviro, ndr) mi perdonerà, ma il nostro è più bello». (c.f.)
Ulteriori approfondimenti e grafici su «sabato sera» del 17 dicembre.
Nella foto: la bottaia della Tenuta Masselina e il presidente Marco Nannetti