Perché i pesci sono solo in certe zone del fiume Santerno?
Covid permettendo, prenderà il via in primavera il progetto per la sostenibilità ittica del fiume Santerno sviluppato dal biologo Gianluca Zuffi su richiesta dell’Asp Valsanterno. La campagna di crowdfunding lanciata attraverso la piattaforma IdeaGinger per raccogliere i 3.000 euro necessari per far partire il monitoraggio, infatti, si è conclusa con successo, grazie al contributo di novanta sostenitori e della Bcc ravennate, forlivese e imolese, che si è mostrata disponibile a finanziare il progetto per il 20% (pari a 600 euro) al raggiungimento della soglia dei 2.400 euro.
Ora, «il biologo, con cadenza mensile, deciderà i campionamenti in base alla stagionalità, più che seguendo un vero e proprio calendario – spiega Andrea Bordini dell’associazione –, ed eseguirà uno studio sulla popolazione ittica in determinati punti del fiume, compresi tra i comuni di Borgo Tossignano e Fontanelice». L’obiettivo è quello di «capire, in base a queste analisi, cosa spinge i pesci a concentrarsi in alcuni punti e ad evitarne altri – aggiunge –. Dopo anni di ripopolamenti, attraverso le immissioni nel fiume dei pesci recuperati durante le varie secche per manutenzione dei canali attorno al Santerno, ci siamo resi conto che il pesce non si distribuisce in modo omogeneo. Cosa che, invece, qualche anno fa, diciamo prima dei lavori della Tav, avveniva sempre». (lu.ba.)
Ulteriori approfondimenti su «sabato sera» del 10 dicembre
Nella foto: pescatori dell’Asp Valsanterno