Coronavirus, 70 positivi, meno ricoveri ma ancora 4 morti tra Imola e Castel San Pietro. In Emilia Romagna risalgono i nuovi casi
Sono 70 i nuovi casi positivi registrati oggi, di cui 52 asintomatici, 51 individuati tramite contact tracing, 16 riconducibili a focolai già noti. Inoltre ci sono 96 guarigioni. E diminuiscono i ricoverati negli ospedali dell”imolese: sono 7 le persone in Ecu e 66 nei reparti Covid del Santa Maria della Scaletta (-4), 15 nell”OsCo di Castel San Pietro Terme. Anche in terapia intensiva, a Bologna, scendono a 7 (-1) i ricoverati del circondario imolese e a 1214 il numero dei casi attivi (malati/positivi).
Purtroppo si allunga ulteriormente anche l”elenco dei decessi: oggi dall”Ausl arriva la certificazione di altre quattro morti, avvenute però la scorsa settimana, si tratta una donna di 60 anni ed un uomo di 85 anni di Imola e due donne di 79 ed 87 anni di Castel San Pietro Terme. “Tutti i decessi sono avvenuti in strutture ospedaliere e nessuno dei defunti proveniva da una residenza per anziani” precisano dell”Azienda sanitaria.
Per quanto riguarda l”Emilia Romagna nelle ultime 24 ore risalgono i nuovi casi: sono 1.807. Stesso numero per le guarigioni. Fatti due conti raggiungono quota 72.315 e continua quindi a diminuire il numero dei casi attivi, che oggi è di 63.972, il 95% dei quali si trova a domicilio con sintomi leggeri e non necessita di cure ospedaliere. Non a caso quindi continua a scendere anche il numero dei pazienti ricoverati: nelle terapie intensive sono 222 (-9 rispetto a ieri) e 2.813 (+1) negli altri reparti Covid negli ospedali della regione.
Ma rimane alto il numero dei morti, sono 82 oggi quelli refertati. Soprattutto anziani, ma anche un 56enne di Modena; ben 24 risiedevano a Bologna.
La città metropolitana oggi è in testa anche per nuomero di nuovi contagi 408, a cui vanno aggiunti i 70 di Imola, a seguire Modena con 392, poi Reggio Emilia (154), Ravenna (180), Rimini (163), Piacenza (119), Parma (99), Ferrara (103), Cesena (74) e Forlì (45). Dei nuovi contagi di oggi la metà sono asintomatici. (r.cr.)