Alberto Forchielli replica all”accusa di evasione fiscale: «Il colmo, era una faccenda già chiusa»
Anche per Alberto Forchielli, l’accusa di evasione fiscale rimbalzata ieri su tutti i principali media italiani, è stata una sorpresa. «Robe da pazzi – ci spiega al telefono -. Per me era una questione ormai chiusa. L’avviso di garanzia risale a un anno fa. Come funzionano queste cose? Ti fanno una ispezione fiscale, la guardia di finanza fa una multa. Poi si va a negoziare, come succede spessissimo nelle aziende: o ti fai 15 anni di contenzioso o si sana. In merito all’accusa di “esterovestizione”, noi abbiamo dimostrato che nelle nostre società ci sono molti consiglieri stranieri, con uffici all’estero. Circa un mese fa abbiamo transato 2,7 milioni di euro, a fronte dei 30 milioni chiesti in prima battuta. Quando si raggiunge un accordo, di solito il Pm non procede con azioni penali. Ero tranquillo. Tra l’altro, negli anni contestati (tra il 2014 e il 2018, su dichiarazioni relative fino al 2016, Ndr), noi abbiamo pagato le tasse in Lussemburgo per importi del tutto simili a quelli italiani, non inferiori. È il colmo. Adesso bisogna vedere cosa decide il Pm».
Con Forchielli sono indagati anche il giurista ed ex rettore dell’Università di Bologna, Fabio Roversi Monaco, in qualità di amministratore di Mandarin Capital Management Sa, Enrico Ricotta, amministratore di fatto di Mandarin Capital Management Sa e presidente di Mandarin Advisor Srl, e il presidente della società lussemburghese, Alexandre Charles Joseph Schmitt. (lo.mi.)
Nella foto: Alberto Forchielli