Buona, nutriente e sana, la frutta secca convince
«Il settore della frutta secca chiuderà il 2020 con un fatturato nazionale di 2 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 2019». L’affermazione è di Andrea Liboa, responsabile marketing di Eurocompany, il gruppo di riferimento nella frutta secca, con sede a Russi, in provincia di Ravenna. «Durante il lockdown – continua Liboa -, questo settore ha avuto delle vere e proprie impennate. A giugno la crescita mese su mese è stata dell’11%. Un andamento, che comunque, è registrato da 20 anni a questa parte, perché la frutta secca entra, giorno dopo giorno, nelle abitudini di consumo degli Italiani».
Ne era già convinto anche Salvo Garipoli, direttore di Sg Marketing che, in occasione del primo International Nut Forum del 6 maggio 2019 a Milano, aveva ribadito che questo prodotto «è di fatto destinato a diventare parte integrante del pasto quotidiano nazionale». Oggi i negozi di ortofrutta si stanno sempre più specializzando nella vendita di settore, inserendo anche prodotti confezionati e non solo sfuso. Oltre ai formati da 250 grammi, ad esempio, oggi troviamo anche i monodose, snack sempre più graditi e richiesti dai consumatori, oltre che come spuntini, anche come ingredienti per ricette, insalate, dolci. E da Eurocompany giungono sul mercato anche le creme a base di frutta secca, farine e frutta secca fermentata.
Un mondo di mandorle, nocciole, noci e pistacchi, le quattro principali referenze della frutta secca italiana, per le quali sono interessate principalmente Emilia Romagna, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia. (a.g.)
Ulteriori approfondimenti su «sabato sera» del 19 novembre.