Fondazione Crimola, il presidente Rodolfo Ortolani spiega i progetti: «Nel 2021 più risorse per sanità e volontariato»
Dallo scorso giugno l’imolese Rodolfo Ortolani è il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Imola. Classe 1957, Ortolani ha alle spalle una lunga carriera nel settore bancario che include, dal 2008 al 2010, il ruolo di direttore generale di UniCredit Banca. Prima di diventarne presidente, negli ultimi quattro anni ha fatto parte del Cda dell’ente di palazzo Sersanti. In questi primi mesi di mandato ha preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa, concentrandosi sul suo lavoro. Ora, finalmente, rompe il silenzio per far conoscere alla città i progetti principali.
Ortolani, i primi mesi del suo mandato hanno coinciso in parte con una emergenza fuori dall’ordinario. Su che cosa vi siete concentrati?
«Avevamo due adempimenti formali che hanno richiesto tempo. Uno era l’approvazione del documento di programmazione previsionale, che doveva individuare “il quanto e il come” delle erogazioni per il 2021. Abbiamo dovuto fare una previsione relativa a quelle che ragionevolmente saranno le somme a disposizione».
Che somma metterete a disposizione della città?
«Quasi 3 milioni di euro, un importo di poco inferiore a quanto erogato nel 2020. Prudentemente abbiamo programmato una contrazione, ma siamo convinti che nel 2021, quando andremo in erogazione, avremo la possibilità, come quest’anno, di aumentare tale importo. Nel 2019, infatti, avevamo programmato circa 2,8 milioni di euro e siamo poi saliti a 3,1 milioni».
Qual era il secondo adempimento?
«È stata la riflessione su come orientare le erogazioni, in funzione dei bisogni del momento. Se prima della pandemia ci si poteva muovere in maniera coordinata sui settori per noi rilevanti, ovvero l’istruzione e la formazione, l’arte, il volontariato e la filantropia, in questa programmazione abbiamo voluto e dovuto fare una scelta che fosse coerente ai bisogni del territorio. Abbiamo “sacrificato” l’aspetto dell’arte e delle attività inerenti ai beni culturali, anche perché, purtroppo, molte manifestazioni non potranno essere organizzate, per le misure di contenimento del Covid che impediscono le iniziative in presenza. Di contro, andremo ad aumentare le risorse per il settore del volontariato, filantropia e beneficenza, così come per quello della salute pubblica, che soddisfano bisogni primari».
Ci può quantificare l’impatto di tale scelta?
«Non modificheremo le percentuali in maniera radicale. Andiamo ad aumentare le risorse per il volontariato dal 21 al 24 per cento. Per la salute pubblica, che di fatto sta diventando un settore rilevante, passeremo dall’11 al 12,2 per cento. Andremo quindi a più che confermare quanto fatto quest’anno».
Quali sono i progetti più rilevanti per questi settori?
«Sulla sanità stiamo lavorando in maniera positiva. Il rapporto con la direzione dell’Ausl di Imola è molto stretto. Sono qui da qualche mese e devo dire che ho trovato una grande reciprocità di vedute e una grande sintonia. Insieme stiamo lavorando su una dotazione di apparecchiature e strumenti di grande rilevanza per la struttura ospedaliera. Un “piccolo grande” progetto che stiamo concludendo. Nelle prossime settimane, quando avremo chiuso il cerchio, faremo l’annuncio ufficiale».
Quali e quante sono le nuove istanze che arrivano dal territorio, a fronte della situazione pandemica attuale?
«Per volontariato e beneficenza stiamo seguendo ad esempio il trasporto degli ammalati, le attività di Croce Rossa e Caritas. Non ci sono richieste nuove, perché l’attività di volontariato e assistenza a Imola sono già molto sviluppate, ma prevediamo richieste aggiuntive da un punto di vista quantitativo. Siamo pronti a farvi fronte. In particolare, stiamo affiancando dei progetti per i presidi di igienizzazione e protezione individuale, che ci vengono chiesti».
Per quanto riguarda l’economia, la Fondazione ha al suo interno il Centro per lo sviluppo economico del territorio imolese. Quali cambiamenti state registrando a livello locale?
«Registriamo i mutamenti non come un vero operatore economico che ha dei “sen- sori”, come può essere una banca o una associazione di categoria. Possiamo prevedere che ci potranno essere disagi. La nostra ambizione e missione è anche di lavorare sullo sviluppo economico e creare delle condizioni di attrattività per gli investimenti. Non possiamo introdurre delle misure che possano facilitare gli investimenti diretti degli imprenditori, così come non possiamo mettere a disposizione delle risorse a fondo perduto per gli investimenti: questa non è la nostra missione. La nostra missione è facilitare e rendere attraente e attrattivo questo territorio, per esempio sul fronte della qualità della vita: l’arte, la cultura, il decoro della città, la sanità. Più rendiamo attraente il nostro territorio, più lo sviluppo economico cresce, perché chi deve fare una scelta di investimento e decide di venire ad abitare a Imola, già favorisce questo aspetto. Studenti universitari che arrivano, creano sviluppo economico».
Rendere più attrattivo il territorio è anche uno dei principali obiettivi della nuova Giunta imolese. Avete già avviato sinergie?
«Con la nuova amministrazione comunale, la Giunta e il sindaco abbiamo un rapporto di ottima collaborazione. Siamo in contatto per alcuni aspetti, per esempio per l’Osservanza, perché comunque la proprietà è del ConAmi ed è di fatto un braccio operativo del Comune. A marzo dovrebbero partire i lavori nei due padiglioni di nostra proprietà, il 6 e l’8, dove saranno ricavate aule per l’Università di Bologna. Gli obiettivi sono comuni, perché indirettamente tutte le istituzioni come la nostra, l’amministrazione comunale, anche la Diocesi, sono tutti soggetti che hanno nel medio termine lo stesso obiettivo, che è quello di fare il bene di questa comunità».
All’inizio del suo mandato ha posto l’accento sull’importanza di far conoscere la Fondazione ai giovani, anche attraverso progetti specifici. Ci sono novità?
«Sui giovani l’attenzione rimane forte. In questi mesi, peraltro pochi, abbiamo affrontato altri argomenti che non ci hanno consentito di organizzare progetti specifici, ma stiamo lavorando proprio sull’informazione e sul coinvolgimento dei giovani. Di recente abbiamo avuto un incontro con le responsabili di tutti gli istituti comprensivi imolesi. Ci dobbiamo vedere a gennaio per organizzare dei momenti di incontro con alcune classi dove racconteremo che cos’è e come funziona la Fondazione».
Come descriverebbe a un giovane l’ente che presiede?
«Direi la verità. E cioè che è una istituzione, un punto di riferimento per la città. È il frutto di un pensiero lungimirante di 165 anni fa, fatto da persone illuminate, che hanno ritenuto di non pensare a loro stesse, ma a chi era in condizioni meno fortunate, e di pensare a come affiancare in maniera sussidiaria quelle iniziative che la pubblica amministrazione da sola non riesce a supportare. La Fondazione è un gruppo di soci che hanno l’ambizione positiva di poter dare un contributo nell’indicare la direzione della città, pensando a quello che può essere il futuro di questa città nei prossimi anni. Ovviamente non c’è l’ambizione negativa di volersi sostituire a chi ha la responsabilità diretta. Vorrei infine dire ai ragazzi che la Fondazione ha una struttura valoriale molto forte, basata su principi fondamentali come il rispetto, la reciprocità, l’uguaglianza e su questi orientiamo tutte le nostre scelte». (lo.mi.)
Ulteriori approfondimenti su «sabato sera» del 19 novembre.
Nella foto: il presidente della Fondazione Crimola, Rodolfo Ortolani