Coronavirus, da domenica l’Emilia-Romagna passa in «zona arancione»: ecco cosa cambia
In serata il ministro della Salute Speranza, in base alla valutazione dei parametri di rischio epidemiologici, ha firmato una nuova ordinanza che, da domenica 15 e per due settimane, fa passare l’Emilia-Romagna dalla «zona gialla» alla «zona arancione» (rischio moderato). Così come per Marche e Friuli Venezia Giulia, mentre Toscana e Campania saranno «zone rosse». Domani, come noto, entrano invece in vigore anche i provvedimenti regionali adottati solo ieri dal presidente Bonaccini: tra quelli del Governo e quelli dell”ordinanza regionale, prevalgono sempre quelli più restrittivi.
In pratica, spostamenti consentiti solo all’interno del proprio comune di residenza, mentre sono vietati quelli verso altri comuni e quelli in entrata e uscita dalla regione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di salute, studio o necessità. Con la raccomandazione di evitare gli spostamenti non necessari anche all’interno del proprio comune. Chiusi i ristoranti e le altre attività di ristorazione (bar, pub, gelaterie, pasticcerie): per loro resta consentita la sola vendita da asporto, dalle 5 alle 22, mentre le consegne a domicilio non hanno limiti d’orario. Vietato sempre circolare dalle 22 alle 5 del mattino (coprifuoco), salvo motivi di lavoro, necessità e salute. Sempre chiusi mostre e musei. Didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico, ad eccezione dei mezzi di trasporto scolastici. Sospensione di attività di sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine anche nei bar e nelle tabaccherie. Restano chiuse piscine, palestre, teatri, cinema, mentre rimangono aperti i centri sportivi.
Sulla base dell’ordinanza regionale, inoltre, da domani bisognerà rispettare anche quelle regole non previste in «zona arancione», a partire dal fatto che nei giorni prefestivi e festivi le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole. Inoltre, nei giorni festivi si aggiunge il divieto di ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso o su area pubblica, sempre fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari.
Lo stesso avverrà con le seguenti misure: uso obbligatorio della mascherina sempre, non appena fuori di casa; attività sportiva e motoria preferibilmente in parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, mentre non sarà possibile nelle strade e nelle piazze del centro storico delle città, né nelle aree solitamente affollate; l’ingresso di un solo componente per nucleo familiare negli esercizi di vendita di generi alimentari; lo stop ai mercati comunali in assenza di regole precise di sicurezza fissate dai Comunie la sospensione delle lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Nella foto (Isolapress); la chiusura del bar Centrale a Imola a marzo, una scena che purtroppo si ripeterà anche da domenica 15 novembre