Coronavirus, domani presidio davanti all’Ospedale di Imola a sostegno dei lavoratori della Sanità
«Pubblico per il pubblico, lavoratori uniti per dare cure e servizi ai cittadini». Questo lo slogan della mobilitazione promossa a livello nazionale da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, che si svolgerà venerdì 13 novembre, a partire dalle ore 12, anche davanti all’Ospedale di via Montericco a Imola.
All’iniziativa parteciperanno i lavoratori del pubblico impiego, in segno di solidarietà verso il personale sanitario che sta affrontando in prima linea l”emergenza pandemica, per rivendicare il diritto a lavorare in sicurezza, il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e nuove assunzioni. Un iniziativa che segue lo stato di agitazione già proclamato dalle categorie confederali del pubblico impiego nelle scorse settimane.
«E’ prioritario in questa fase – spiegano i sindacati – garantire al personale sanitario e delle Cra di lavorare in sicurezza, a partire dalla sorveglianza sanitaria, innanzitutto a loro deve essere assicurata la quarantena, in caso di contatto con caso positivo. Continuiamo invece a ricevere segnalazioni di comunicazioni operative dirette agli operatori che non sono chiare e sono interpretabili, creando confusione e allarmismo tra gli operatori stessi in un momento teso in cui occorre la certezza delle operazioni da seguire per la sicurezza di tutti. Altrettanto indispensabile e urgente è accelerare sulle nuove assunzioni per implementare il personale sanitario e rafforzare i servizi sanitari, anche attraverso la stabilizzazione dei precari».
A incrociare le braccia domani nello stesso luogo (ore 9-11.30) saranno anche i lavoratori delle imprese di pulizia e multiservizi, 40 mila in Emilia Romagna, con il contratto nazionale di lavoro scaduto da sette anni. «Le lavoratrici e lavoratori del settore sono stanchi di essere considerati invisibili e ignorati – afferma Liviana Giannotti, segretaria Filcams-Cgil Imola -. Il loro quotidiano lavoro di pulizia e sanificazione è essenziale per garantire per il contenimento del contagio e l’accesso nei presidi ospedalieri, nelle Rsa, nelle case di cura, nelle scuole, nelle fabbriche, nei centri commerciali e negli uffici pubblici e privati. Nonostante questo, si continua a negare loro il rinnovo del contratto, ricorrendo a vergognosi ricatti, ad esempio l’aumento salariale in cambio di giorni di malattia. Questo atteggiamento è inaccettabile, tanto più che le imprese in questi mesi di pandemia hanno incrementato i loro fatturati. Un risultato ottenuto grazie al senso di responsabilità e all’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori, le cui richieste non possono ancora essere ignorate». (lo.mi.)
Nella foto, l”Ospedale Santa Maria della Scaletta a Imola