Paciu Maison, l’arte in casa a Ponte Rizzoli
«E all’improvviso la Paciu Maison è apparsa». Dal nulla. O meglio, tutto è cominciato da materiali di recupero. Ma soprattutto dalle mani di Harry Baldissera. Ci ha lavorato da solo, dal maggio del 2016, quando è entrato nel casolare semiabbandonato di proprietà della madre. Parla con la maturità di un quarantenne navigato, Harry, ma di anni ne ha soltanto 21.
Nato a Faenza, si è trasferito a Bologna, poi a Budrio infine a Ozzano, dove in appena quattro anni ha trasformato una grande casa colonica in una sorta di museo abitabile. L’ha chiamata Paciu Maison ed è a tutti gli effetti una dimora d’arte, l’unica, a quanto ci risulta, presente nel nostro territorio. I colori che trasudano da ogni centimetro quadro di muri e arredi restituiscono un’aura di mistero. Nella quale Harry si trova completamente a suo agio, eclettico artista che padroneggia l’arte barocca fino a quella contemporanea. Lì vive e lavora. «Quattro anni fa, quando traslocai qui, non c’era il riscaldamento, i bagni erano da rifare, la cucina era da smantellare. L’inverno per fortuna sarebbe arrivato solo dopo cinque mesi. Poco a poco ho sistemato tutto. A modo mio». (ti.fu.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 29 ottobre.
Nella foto: l’ingresso di Paciu Maison con l’effetto onde