Nuovo Dpcm, a Imola le proteste di ristoratori, artigiani e commercianti aderenti a Confartigianato, Cna e Confcommercio
Le nuove misure anti Covid imposte dal Dpcm del 24 ottobre hanno suscitato anche a Imola le reazioni degli addetti ai lavori.
Oggi pomeriggio, dalle 15.30 alle 16.30, gli addetti alla ristorazione aderenti a Confartigianato Bologna Metropolitana hanno manifestato in modo simbolico e nel rispetto delle disposizioni di sicurezza davanti alla sede imolese di viale Amendola, gettando in aria oggetti del loro lavoro come gesto di protesta contro l’ennesima penalizzazione del settore. «Esprimiamo grande preoccupazione per la scelta del Governo di chiudere alle 18 il mondo della ristorazione, una misura di cui, in particolare per i ristoranti, si fatica a comprendere la logica – ha sottolineato Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana, durante la manifestazione -. Dispiace che il premier Conte non abbia tenuto in debita considerazione la lettera-appello firmata dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, a nome della Conferenza delle Regioni con la quale si proponeva la chiusura dei ristoranti alle 23 e dei bar senza servizio ai tavoli alle 20».
Il mondo dell’artigianato e della ristorazione si è distinto in questi mesi per la massima collaborazione nella definizione delle linee guida. «I nostri bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie hanno sempre rispettato rigorosamente le misure di sicurezza per difendere la salute dei cittadini. A maggior ragione non comprendiamo questo obbligo di chiusura, mentre a negozi e grande distribuzione rimane permessa, ad esempio, la commercializzazione dei prodotti dolciari oltre le ore 18».
«Da sempre siamo convinti che al primo posto c’è la salute, senza difendere la salute non si difende l’economia, ma siamo altresì convinti che questo sia il momento di combattere il virus con le armi della ragione e non con azioni oscurantiste – ha sottolineato Renzi -. La scelta di adottare misure che penalizzano duramente ristoranti e bar, così come le palestre e i centri sportivi, i cinema e i teatri senza distinguere dalle situazioni realmente a rischio da quelle mantenute sicure dall’impegno degli imprenditori e del loro personale, non ci piace. Per l’incoscienza di alcuni non si possono penalizzare interi settori che, di fronte a questa chiusura, rischiano di non riaprire mai più. Più che chiudere tutto serviva una grande capacità di controllo del territorio, e penalizzare chi effettivamente non rispettava le norme di sicurezza».
«Il Governo non ha accolto le istanze di Confartigianato, ora però ci auguriamo che le misure di ristoro annunciate siano effettivamente commisurate all’impatto provocato dalle nuove restrizioni sull’attività dei nostri imprenditori e che soprattutto siano erogate in tempi rapidi per evitare il rischio di chiusura delle imprese – ha concluso Renzi -. Confartigianato continuerà ad essere al fianco di tutte le sue imprese e continuerà, in maniera pacifica e nel rispetto delle regole, a combattere affinché si possa in tempo breve porre rimedio a questa scelta che riteniamo sbagliata e ingiusta per categorie che sono già stata duramente penalizzate dal precedente lockdown».
Intanto anche altre associazioni di categoria hanno annunciato forme di protesta. Domani Cna Imola organizza un sit in davanti alla sede di via Pola (ore 16), mentre i gestori dei pubblici esercizi dell’Emilia Romagna, aderenti a Fipe-Confcommercio si ritroveranno in piazza Maggiore a Bologna mercoledì 28 ottobre alle ore 11.30 e, in contemporanea, nelle piazze di 10 capoluoghi di regione. «Sarà una manifestazione dal valore simbolico, ma comunque di grande impatto visivo, nel pieno e assoluto rispetto di ogni normativa, soprattutto sanitaria» spiega il presidente di Confcommercio Ascom Imola, Danilo Galassi, invitando tutte le attività del territorio a partecipare, per dare un segnale forte del settore alla politica.«Comprendiamo l’emergenza sanitaria e la gravità del momento – sottolinea Galassi – ma è impensabile che l’unica ricetta proposta per contrastare la pandemia sia quella di chiudere tutto o di generare una psicosi di massa. Coniugare sicurezza e lavoro è possibile e deve essere l’obiettivo principale del governo e della politica tutta. In questi mesi gli imprenditori della ristorazione e dell’intrattenimento hanno investito tanto in sanificazioni, dispositivi di protezione per lavoratori e clienti e misure di sicurezza all’avanguardia. Sono stati fatti sacrifici importanti, con senso di responsabilità e attenzione al bene comune, siglando protocolli e rispettando le regole». (lo.mi.)
Nella foto: la protesta davanti alla sede imolese di Confartigianato Bologna Metropolitana