Aspettando il Gp a Imola, Renata Nosetto e il suo libro: «Il ritorno della F.1? Gioia e un po’ di paura»
Si dice che vicino a un grande uomo ci sia sempre una grande donna. E Renata Nosetto, che di cognome fa Musso, ma che ha sempre amato farsi chiamare Nosetto in onore del marito Roberto, scomparso nel 2013, ne è una concreta conferma. E per non scordare gli anni trascorsi al fianco del suo uomo, che all’autodromo di Imola e al mondo del motorsport in generale ha dato tanto, ha pensato bene di scrivere un libro sulla sua (loro) vita vissuta a tutta velocità, come si capisce già dal titolo: «Giù la visiera e piede a tavoletta» (edizioni Pathos, con prefazione di Ezio Zermiani) che è stato presentato ufficialmente venerdì 9 ottobre alle ore 18 presso la sala stampa dell’Enzo e Dino Ferrari. «Mi dispiace che per colpa del Coronavirus sono stata costretta a limitare l’entrata delle persone – si è rammaricata Renata Nosetto -. Mi sarebbe piaciuto che tutti gli imolesi interessati fossero potuti venire alla presentazione».
Che sensazioni ha avuto quando ha saputo che la F.1 sarebbe ritornata a Imola?
«Una gioia grandissima, mista a paura. Perché quella di Uberto Selvatico Estense è stata una mossa coraggiosa. Riportare la F.1 su un circuito dove non si corre da tempo, è sempre un rischio. Poi con questa guerra, che non ho mai capito, dichiarata all’autodro- mo da alcuni cittadini, che a quanto ne so si sono perfino lamentati del Mondiale di ciclismo che per 4 giorni ha fatto parlare di Imola in tutto il mondo. E poi c’è sempre il Covid che incombe. Spero vada bene e che quei quattro gatti che ce l’hanno col circuito la smettano e capiscano che Imola deve tantissimo alla F.1 e al motociclismo». (a.d.p.)
L’intervista completa su «sabato sera» dell’8 ottobre.
Nella foto (Isolapress): Renata col marito Roberto Nosetto nella vecchia sala stampa dell’autodromo di Imola