Aspettando la F.1, il giornalista Mario Donnini: «Imola è la donna dei sogni, un laboratorio di sensazioni»
Ci sono interviste che scaldano il cuore. E bisogna parlare con qualcuno che arriva da fuori per apprezzare pienamente Imola, la sua gente, l’autodromo. L’ideale è farlo con un appassionato vero e competente come Mario Donnini, uno dei giornalisti più preparati del motorsport. Firma autorevole del settimanale Autosprint, ma anche scrittore di libri dedicati, fra gli altri, a mostri sacri come Nuvolari, Gilles Villeneuve, Senna, Lauda, Andretti, Agostini. «Questo ritorno è una cosa bellissima – ha detto Donnini -. Perché riallaccia quel legame caldo e romantico che ha reso Imola simpatica al mondo. Un luogo simbolo della F.1 degli anni ’80 e ’90, che trasforma l’evento dell’1 novembre in un’immagine mediatica potente».
Recentemente su Autosprint hai scritto un’appassionante «Dichiarazione d’amore infinito per Imola».
«Perché il clima che si respira da voi è meraviglioso. Imola è un posto di sintesi, un laboratorio di sensazioni. E poi c’è una cultura che affonda le radici nella famiglia Costa, che ha rappresentato un reagente perfetto. E bisognerebbe ricordare Checco tutte le volte che si parla di Imola. Lui è stato l’alchimista che ha dato il via a una serie di reazioni chimico-passionali che tutt’ora ritornano. Io pensavo fossero finite, perché i soldi dell’emiro del Bahrein contano più della passione. Invece non è così». (a.d.p.)
L’intervista completa su «sabato sera» del 24 settembre.
Nella foto: Mario Donnini con Mario Andretti