Civ a porte chiuse: il timore dei team per il 2021
Nell’anno “nero” del Covid, da settembre in Emilia Romagna e altrove è possibile permettere l’accesso del pubblico alle manifestazioni sportive di particolare interesse. Fra queste, c’era anche il Civ, il Campionato Italiano Velocità appena andato in scena all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Una possibilità, però, non colta da chi di dovere, con tutto dispiacere per il pubblico appassionato e dei team sempre più preoccupati in ottica 2021.
Ne abbiamo parlato con Simone Steffanini, team manager del Team Green Speed motorizzato Kawasaki Italia e iscritto al National Trophy 600 con il pilota modenese Simone Saltarelli.
“E’ comprensibile che vi sia una stretta regolamentazione degli ingressi per il contenimento della pandemia in corso che ha già rovinato tante vite ed anche l’economia, oltre che il campionato Civ – introduce Steffanini -. Purtroppo è negativa e preoccupante, invece, la totale negazione degli accessi in circuito, in parte per il pubblico (quello del Civ è un circus di veri appassionati che frequentano gli autodromi dove si corre) ma soprattutto per gli sponsor e i clienti degli sponsor e dei partner tecnicismi tanti team iscritti al campionato. La visibilità degli sponsor che scelgono di sostenere i team del Campionato Italiano Velocità, infatti, passa anche per gli omaggi ai loro clienti. Mancando questo tipo di visibilità pratica e aspettando un futuro economicamente tutt’altro che roseo per molte aziende, la paura è che venga a mancare l’appoggio tecnico ed economico per la prossima stagione 2021. Se manca la passione, vengono meno anche i fondi”.
L’ultima occasione sarà la tappa finale del Civ in programma a ottobre a Vallelunga, ma bisognerà valutare lo stato dei contagi nel periodo interessato.
La salute al primo posto, ma anche la sopravvivenza di tante piccole realtà non è da sottovalutare.
mi.mo
Foto: Francesco Di Pasquale