Carrera, i ricordi del poeta Giuseppe Casadio Loreti in quest’anno senza gare
«Guai a chi tocca la Carrera!» Così si intitola, e recita, la zirudella (filastrocca) di Giuseppe Casadio Loreti, storico volto (e gambe) della Carrera Autopodistica, tradizionale corsa con macchinine a spinta che si corre a Castel San Pietro ininterrottamente dal 1954. Ininterrottamente fino a quest’anno, quando a toccarla (e fermarla) è stato il Coronavirus. Fra i tanti eventi che hanno dovuto dare forfait per l’edizione 2020, infatti, c’è anche la Carrera.
Giuseppe Casadio Loreti non è solo il poeta della zirudella «Guai a chi tocca la Carrera», componimento umoristico dialettale in rima tipico dell’Emilia Romagna che Casadio Loreti ha scritto una ventina di anni fa. «Peppino», come lo conoscono tutti i carreristi ma anche tanti castellani, è uno di quelli che la Carrera l’ha fatta fin dalla prima edizione. «Nel 1954 ho partecipato alla prima Carrera della storia insieme a mio cugino Cesare – racconta il castellano, classe 1937 –. La corsa era nata come un’idea del giornalista castellano Medardo Manara per movimentare il Settembre Castellano, ed era affiancata da una sfilata di carri goliardici. Noi abbiamo partecipato alla gara con una macchinina ribattezzata la «Nonna». Allora le squadre erano composte da due sole persone che si alternavano a guidare e spingere, e il percorso era diverso: da piazza XX Settembre si scendeva per via Bassi, si voltava per il Cassero e si risaliva fino alla Montagnola per poi scendere di nuovo in piazza». (mi.mo.)
L”articolo completo e la zirudella di Casadio Loreti su «sabato sera» del 3 settembre
Nella foto: Casadio Loreti oggi a fianco del «Siluro»