«Andrea Costa, c’era una volt…A», quattro chiacchiere con Gianni Zappi: «Il passato non si cancella, è ora di ridare entusiasmo»
Il 28 maggio 1995, quando il tiro di «Peppe» Cassì morì sul ferro del «palaMaggiò» di Caserta, iniziò l’avventura in serie A dell’Andrea Costa. Quel giorno il 24enne Paolo Moretti aveva appena vinto, da gran protagonista, il terzo scudetto consecutivo con la Buckler Bologna di Alberto Bucci. Robert Fultz aveva 13 anni, Quaglia 6, Morara 4, Corcelli 3, Preti aveva appena compiuto un anno e tutti gli altri biancorossi attuali non erano neanche nati. Come oggi, alla guida del club biancorosso c’era Gianpiero Domenicali, ed il timoniere di quella Fanti Barattoli era Gianni Zappi. Colui che dopo aver vissuto i giorni della fondazione dell’Andrea Costa, nell’estate 1967, l’ha poi condotta a due passaggi epocali come la promozione in serie A e la nuova discesa in B di questa estate. «Il passato e la storia non si cancellano, aldilà delle battute. – ha detto Zappi -. Purtroppo oggi la realtà economica e sociale non ci permette di stare in certe vetrine».
Tu che l’hai portata in A cosa provi rivedendo l’Andrea Costa in B?
«Non nego che ci sia un pizzico di dispiacere, ma in questa estate è prevalsa l’idea di dare continuità al club, piuttosto che scomparire. Per questo è stata scelta questa strada e una realtà solida». (p.p.)
L’intervista completa su «sabato sera» del 3 settembre.
Nella foto (Isolapress): Gianni Zappi