Caprara e Dazzani (Asp) raccontano i servizi e le strutture: «Minori, lavoro di équipe per fare la scelta migliore»
La Città metropolitana di Bologna ha realizzato la banca delle strutture socio-assistenziali per minori, gestanti e madri con bambini, dove gli operatori del settore possono trovare informazioni e contatti sulle circa 60 strutture residenziali e semiresidenziali nel territorio, in modo da rendere più snello e veloce il loro lavoro. Ma come funzionano queste strutture, chi decide come e quando entrarvi e che tipo di percorso fare? Lo abbiamo chiesto alla direttrice dell’Asp Circondario Imolese, ente che gestisce per conto dei dieci Comuni gli interventi rivolti alle famiglie in difficoltà e ai minori, Stefania Dazzani e alla responsabile dell’area Servizio sociale territoriale, Maria Gabriella Caprara.
«Le strutture che accolgono minori e madri con bambini sono regolate dalla legge regionale 1904/2011 che definisce tipologie e requi- siti strutturali, di personale richiesti per ciascuna di queste, l’organizzazione delle stesse e la necessità che
sia formalizzato un progetto quadro di riferimento su cui gli operatori possano poi sviluppare gli interventi per ogni minore – rispondono Dazzani e Caprara -. Questo progetto viene definito dall’équipe multidisciplinare sociosanitaria che ha in carico il minore nell’ambito di un’apposita commissione di operatori, eventualmente integrata da altri soggetti che possono essere utili ad una migliore e più precisa definizione del progetto, come i pediatri o gli insegnanti». (m.o.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 27 agosto.