«Un salto in edicola» scopre i «10 Covidamenti» del titolare dell’attività di via Libertà a Medicina
«Durante il Barbarossa mi diverto a mettere in prosa brani tratti dagli Harmony e decantarli al pubblico astante». Si sa che durante il Barbarossa la goliardia la fa da padrona, ma quando si ha a che fare con Paolo Giuggioli, titolare dell’omonima edicola di via Libertà, via centralissima nel cuore di Medicina, bisogna mettere in conto una certa dose di eccentricità innata. Da sette anni il quarantunenne Paolo, medicinese doc, gestisce l’edicola tabacchi nel centro storico della città, ma la sua carriera lavorativa non era certo indirizzata verso questi traguardi. «Mi sono laureato in Scienze statistiche, poi ho fatto tirocinio al Cup, nella sede centrale di Bologna, dove ho lavorato per tre anni con un contratto a tempo determinato. Quando poi mi hanno assunto con un contratto a tempo indeterminato mi sono licenziato… dopo dieci giorni».
Come sta Medicina che, a dispetto del suo nome, ha dovuto affrontare un momento tragico della sua storia, con la «zona rossa» e la chiusura della città a causa del Covid?
«Abbiamo avuto una grandissima paura. Io sono sempre stato aperto perché servizio essenziale, ma avevo tanta paura. Un giorno ho cominciato a scrivere gli strilloni fuori dall’edicola. Era un modo per esorcizzare il momento, la città fantasma, i morti, i malati. Scrivevo cose tipo “Oggi c’è il sole”, che servivano più che altro a me, ma poi i clienti hanno cominciato a chiedermi di scriverle se non lo facevo, così tutti i giorni mi inventavo qualcosa da mettere sullo strillone, cavolate in rima o in prosa. Ci facevano bene però. Come i “10 Covidamenti”, che sono riusciti a strappare un sorriso a tanti. (m.o.)
L’articolo completo e i «10 Covidamenti» su «sabato sera» del 27 agosto.
Nella foto: Paolo Giuggioli nella sua edicola