Mondiali di ciclismo a Imola, c’è uno spiraglio a 52 anni dal trionfo di Adorni
Mondiali di ciclismo a Imola, nello stesso anno della F.1? Impensabile fino a un mese fa, ma una semplice suggestione ha raggiunto orizzonti inimmaginabili. Prima è saltata la «Settimana iridata» in programma ad Aigle Martigny in Svizzera, dove sono ancora vietati gli eventi che coinvolgono più di 1.000 persone. L’Uci (Unione ciclistica internazionale) si è messa in moto per una soluzione alternativa, da comunicare entro l’1 settembre per non modificare le date (21-27 settembre, ma sarà solo per professionisti o anche per Juniores e U23?) e le caratteristiche del percorso, molto duro e tecnico.
La Francia, data inizialmente per favorita (Nizza in pole position), è stata avvicinata dall’Italia, che ha messo sul piatto diverse opzioni, tra cui Abruzzo, Veneto, Toscana, Sardegna e Imola, che è apparsa da subito sulla stampa nazionale come la più quotata: da queste parti per il ciclismo ci sono le idee, le capacità organizzative e una infrastruttura che ha dimostrato di essere ideale per lo svolgimento di grandi eventi come l’autodromo Enzo e Dino Ferrari. Il percorso? Autodromo e Tre Monti sono simboli per le due ruote (anche a pedali), ma servirebbe una «integrazione» nel dislivello per rendere il percorso davvero duro e tecnico.
Al momento una candidatura concreta dell’Italia, e in particolare di Imola, c’è: l’ultima parola spetta all’Uci, che per decidere si è data tempo fino all’1 settembre. La memoria corre indietro di 52 anni: l’1 settembre 1968 Vittorio Adorni conquistò la maglia iridata proprio sul circuito dei Tre Monti, tagliando il traguardo dell’autodromo. In questo pazzo 2020 si è aperto all’improvviso uno spiraglio iridato: un mese fa, chi lo avrebbe creduto possibile? (ma.ma)
Nella foto: Adorni a Imola nel 1968