2 Agosto 1980, il ricordo dell’autista dell’autobus 37 Agide Melloni: «La folla in silenzio urlava dolore e rabbia»
Nel 1980 l’imolese Agide Melloni aveva 31 anni e guidava gli autobus a Bologna. Il 2 agosto era in pausa, tra un turno e l’altro, quando sentì l’esplosione che non dimenticherà mai più. Sono le 10.25. È fra i primi ad accorrere in stazione. Quando arriva non capisce subito cosa sia successo. Sul viale stanno accorrendo tantissime persone, le macchine si sono fermate nel traffico, gli orologi hanno smesso di funzionare. Un’intera ala è crollata. In moltissimi scavano fra le macerie per salvare le vite ancora intrappolate. Ci sono tantissimi feriti, gravi e meno gravi, e lì accanto, davanti a quello che era l’ingresso principale, si stanno accumulando i morti. Agide decide di fare la cosa che sa fare meglio: guidare l’autobus. Viene allestito alla meglio il bus numero 37 e vi si cominciano a caricare i corpi senza vita. Stesi uno accanto all’altro, con rispetto e attenzione, Agide li porta fino alle camere mortuarie; avanti e indietro. «Quello è stato un po’ il contributo che io ho potuto dare. C’era un silenzio che urlava. Urlava dolore e urlava anche rabbia, perché sapevamo, ognuno di noi sapeva, che quel giorno era stato commesso un gesto di violenza incredibile sulla città e sulla gente di questa città».
Quel giorno ha cambiato per sempre la sua vita. Tutti gli anni, prima di andare in pensione, ovunque fosse, alle 10.25 del 2 agosto Agide fermava il suo autobus e aspettava un minuto, in silenzio, per ricordare le 85 vittime della strage. (fra.gian.)
L’articolo completo sullo speciale 2 agosto 1980 all’interno di «sabato sera» del 30 luglio.
Nella foto: Agide Melloni