Quindici nuove richieste di aiuto in sette mesi per la Fondazione regionale vittime di reato
L’emergenza Covid-19 non ha fermato la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, che nei primi sette mesi del 2020 ha accolto quindici nuove richieste di aiuto da parte dei sindaci relative ad altrettanti casi di violenza e maltrattamenti in famiglia subiti da donne e bambini, per un impegno economico complessivo che ha sfiorato quota 90 mila euro.
I casi esaminati quest’anno della Fondazione riguardano dieci donne e tre minorenni che hanno subito gravi maltrattamenti in ambito famigliare, e altre due donne aggredite o perseguitate da conoscenti.
Le richieste di aiuto sono pervenute da Comuni delle province di Bologna (5), Ferrara (3), Piacenza (3), Forlì-Cesena (2), Modena (1) e Reggio Emilia (1).
«Il mio impegno in Fondazione mi dà la possibilità di conoscere crimini efferati che tutti noi vorremmo relegare nella preistoria – commenta Carlo Lucarelli, scrittore e presidente della fondazione –. Invece siamo molto lontani dall’aver superato questo tipo di violenza, che colpisce soprattutto donne e bambini, e specialmente in famiglia. Pur avendo buone leggi contro la violenza di genere e a favore dei minori, ancora non siamo in grado di fare una prevenzione efficace. La Fondazione conferma il proprio intervento in rete con gli enti Locali e con tutti i soggetti che si impegnano a favore delle vittime». (r.cr.)
Imola