«Andrea Costa, c’era una volt…A», protagonista l’ex coach Giampiero Ticchi: «Tre stagioni d’orgoglio»
Solo tre tecnici della storia dell’Andrea Costa di serie A si sono seduti sulla panchina biancorossa per più di due stagioni. Tre di fila, oltre alle 5 di «Frank» Vitucci, le ha fatte solo Giampiero Ticchi, che arrivò a Imola nell’estate 2014, in uno dei momenti più critici per il club di via Valeriani. Reduce da una bruciante ed umiliante retrocessione in A2 Silver, la squadra affidata al tecnico di Gradara riuscì a ricavarsi tre stagioni di foggia diversa, ma tutte rispettando più o meno ampiamente gli obiettivi prefissati. Dal suo palcoscenico ritrovato nel basket femminile di vertice (alla Reyer Venezia), il tecnico romagnolo ha preso in esame i vari temi sui quali si basa questa serie d’interviste. «Vedere i biancorossi in serie B mi provocano un grosso dispiacere, per la piazza, i tifosi e per l’amore che circonda la squadra e la società che da più anni era in A2. Questo è un momento di crisi ed emergenza, ingigantito dal problema Coronavirus. Comunque è meglio fare la serie B che scomparire».
Cosa è stata per te l’Andrea Costa?
«Una bella avventura, con un primo anno che, aldilà dei risultati, abbiamo fatto bene, giocando un basket di qualità. Che poi abbiamo riprodotto l’anno successivo, dove facemmo un gran campionato, che però era figlio dell’anno prima. Sono particolarmente orgoglioso di avere sempre ottenuto l’obiettivo superiore a quello che il budget ci permetteva. Nella carriera di un allenatore è importante il palmares e contano le vittorie, ma è pure importante quello che si riesce a fare in base alle squadre a disposizione». (p.p.)
L’intervista completa su «sabato sera» del 23 luglio.
Nella foto: Giampiero Ticchi