Covid e riconversione, il caso della Bf di Osteria Grande: dalle pellicce di alta moda alle mascherine
Dalle pellicce di alta moda alle mascherine per tutti i giorni. L’azienda Bf made in Italy di Osteria Grande, dal nome della fondatrice Barbara Fondi, ha riconvertito parte della produzione per realizzare il nuovo accessorio oggi entrato nella quotidianità di tutti: la mascherina in tessuto lavabile. «Il nostro settore è quello della pellicceria e sartoria ma, vista l’emergenza, a febbraio abbiamo chiesto e ottenuto la deroga fino a fine anno per adibire parte dell’azienda alla produzione di mascherine – spiega la titolare, che da una decina di anni manda avanti l’azienda con l’aiuto del figlio Marco Tattini –. Era un’occasione per non stare fermi con le mani in mano durante il lockdown, nonchè la nostra risposta a una esigenza della comunità».
«Le nostre mascherine in tessuto non hanno una certificazione propria, ma oltre a quelle in tnt ne realizziamo altri due modelli con tessuti idrorepellenti e traspiranti di ottima qualità, come quelli che vengono utilizzati in ambito medico per il personale sanitario dei reparti di chirurgia – dettaglia Tattini –. Le produciamo secondo gli ordini che riceviamo, bianche, colorate e anche personalizzate per aziende, ristoranti e altre realtà che oltre alla sicurezza hanno un occhio di riguardo per la presentazione. Siamo un’azienda del settore della moda, facciamo attenzione all’utilità delle nostre pro- duzioni ma anche allo stile. Ad oggi abbiamo prodotto diecimila mascherine, dedicando alla riconversione una parte apposita del nostro stabilimento affinché non vi sia contaminazione fra lavorazioni diverse». (mi.mo.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 2 luglio.
Nella foto: il personale della Bf di Osteria Grande (da sinistra, Marco Tattini e Barbara Fondi con alcune dipendenti)