Lunghe code e ore di attesa con le Poste a orario ridotto
Quando in posta si prendeva il bigliettino, prima del Coronavirus, accanto al numero di prenotazione veniva calcolato il tempo stimato di attesa. E se dieci minuti diventavano tredici, quei pochi minuti sembravano infiniti. Nell’era del Covid, invece, la fila si fa alla maniera tradizionale, in coda, oltre che ben distanziati. E possono passare le ore. Non è una battuta: a Castel Guelfo c’è chi giura di aver atteso il proprio turno per oltre due ore, chi di avere abbandonato dopo mezz’ora in cui erano stati serviti appena un paio di clienti da un solo operatore in servizio.
Quello di Castel Guelfo è uno dei casi più evidenti in cui la riorganizzazione del servizio di Poste Italiane (fra carenza di personale, smartworking e cassa integrazione) pare significare, di fatto, un grave peggioramento del servizio pubblico. «Dopo la prima emergenza, quando gli uffici postali sono tornati agli orari pre-Covid, quello di piazza Alighieri è rimasto fermo a tre giorni a settimana contro i sei precedenti – spiega il sindaco Claudio Franceschi -. Per i cittadini questo significa fare lunghe code. Nel tentativo di risolvere la situazione abbia- mo scritto una lettera a Poste Italiane Spa, senza però ottenere alcuna risposta ufficiale. Cercheremo ancora e ancora di portare all’attenzione le nostre necessità, anche per- ché – aggiunge – l’ufficio di Sesto Imolese è già tornato all’orario normale pur servendo un’utenza minore».
Un altro comune che registra grossi problemi è Castel del Rio, il cui ufficio postale è passato da sei a tre giorni a settimana. «Ho scritto a Poste Italiane spiegando che qui ci sono evidenti disagi sia per l’utenza sia per lo stesso personale – spiega il sindaco Alberto Baldazzi -. È un evidente disservizio, e dire che non più tardi di un anno fa erano state fatte promesse ai piccoli comuni sull’integrità del servizio di sportello, parole che alla prima occasione sono state disattese». (mi.mo.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 9 luglio.
Nella foto: utenti fuori dall’ufficio postale di Castel Guelfo