Cefla chiede la proroga della cassa integrazione Covid. Niente accordo però su ferie, permessi e tredicesima
«Per la prima volta sul nostro territorio non siamo riusciti a firmare un accordo sindacale con Cefla, la seconda più grande cooperativa metalmeccanica a livello mondiale». Così i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil hanno commentato quanto accaduto al momento della richiesta di apertura di cinque settimane di cassa integrazione Covid-19. «L’azienda – affermano i sindacati con ramma- rico – non ha accettato di fare maturare i ratei di ferie, permessi e tredicesima ai propri lavoratori. Ha rinunciato all’importantissimo ruolo cooperativo di mutualità che l’ha sempre contraddistinta».
L’azienda, respingendo le accuse dei sindacati, replica: «La maturazione dei ratei, pur non obbligatoria per legge, è stata concessa nelle prime nove settimane di cassa integrazione con il tacito accordo che, per eventuali ulteriori estensioni della cassa, sarebbe stata valutata alla luce della situazione economica globale e delle previsioni del gruppo. La tutela dei nostri dipendenti è stato e rimane il nostro massimo interesse». A conferma di questo, nel mese di giugno Cefla erogherà a tutti i dipendenti un premio di produzione lordo di 1.800 euro. (lo.mi.)
Nella foto: lo stabilimento della Cefla