«Zona rossa», risposte ai lavoratori di Medicina
È stato approvato all’unanimità nel Consiglio comunale di Medicina dello scorso 17 giugno l’ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza (Centro Sinistra e Sinistra Uniti Montanari Sindaco, Matteo Montanari Sindaco lista civica e Lista civica Medicina democratica e solidale) riguardante il «provvedimento a tutela dei lavoratori bloccati nella zona rossa».
Come è noto, il capoluogo e la frazione di Ganzanigo sono state dichiarate «zona rossa» dal 16 marzo al 3 aprile. Da qui, come si legge nell’odg, la necessità di sollecitare «con determinazione il Parlamento, il Governo, la Regione Emilia Romagna, l’Amministrazione comunale a fare chiarezza, emettendo provvedimenti che tutelino i lavoratori e le lavoratrici impossibilitati a recarsi sul luogo di lavoro nel periodo dell’istituzione della zona rossa Medicina- Ganzanigo». «Vogliamo tenere accesa l’attenzione sul tema» motiva Susanna Campesato, capogruppo di Centro Sinistra e Sinistra Uniti Montanari Sindaco.
Complessivamente, si parla di circa 200-300 lavoratori interessati. «No cassa inte- grazione o ferie obbligatorie, ma il riconoscimento dell’assenza per malattia» avevano detto all’unisono Valentina Baricordi e Marco Panieri, segretari rispettivamente dell’Unione comunale di Medicina e territoriale di Imola, chiedendo una risposta al Partito democratico nazionale e ai parlamentari. Stessi toni anche dal sindaco Matteo Montanari che, assieme al sindaco metropolitano Virginio Merola aveva chiesto di risolvere «la posizione dei lavoratori di Medicina bloccati dalla zona rossa per cui ancora dopo oltre due mesi non ci sono indicazioni da parte dell’Inps che li parifichino ai lavoratori delle altre zone rosse». (gi.gi.)
Nella foto: uno dei varchi della «zona rossa» di Medicina