Focus sullo micromobilità elettrica e l”uso dei monopattini. Sorbi (Osservatorio regionale): «Pericolosi nel traffico, servono regole precise»
Un anno fa entrava in vigore in diverse città italiane, fra cui Imola, il cosiddetto decreto Toninelli per la micromobilità elettrica. La sperimentazione della mobilità di monopattini elettrici, segway, hoverboard e monowheel nelle zone a 30 chilometri orari e nelle ciclabili individuate non era ancora formalmente partita in tutte le città che l’avevano abbracciata che il Governo ha optato per fare un ulteriore passo avanti: liberalizzare la circolazione dei monopattini elettrici, che da gennaio 2020 sono sostanzialmente equiparati alle biciclette, anche se bisogna avere almeno 14 anni per guidarli, come chiarito a stretto giro nel decreto Milleproroghe. Significa quindi che possono circolare seguendo in gran parte le norme già previste per bike ed e-bike (mentre per gli altri mezzi elettrici restano valide fino al 2022 le norme previste dalla già citata sperimentazione sia per i Comuni che l’hanno già scelta sia per quelli che intendono farlo). Ma come devono essere e quali regole devono rispettare i monopattini elettrici? L’argomento è tornato di stretta attualità dopo il recente incidente mortale, il primo in Italia, in cui è rimasto vittima un conducente di un monopattino. È successo lo scorso 11 giugno a Budrio. Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, è da tempo critico nei confronti della nuova micromobilità elettrica. Da quando è iniziata la sperimentazione, l’Osservatorio ha denunciato venticinque incidenti gravi.
Sorbi, cosa significa dire che il monopattino elettrico è equiparato alla bicicletta?
«La normativa permette l’utilizzo dei monopattini elettrici al pari delle biciclette tradizionali o a pedalata assistita. Significa che possono circolare in tutte le piste ciclabili o ciclopedonali, sulle strade urbane con limite di velocità di 50 chilometri orari prive di corsie riservate tenendo però la destra della carreggiata e sulle extraurbane ma solo se dotate di pista ciclabile; che dove c’è la pista ciclabile devono usarla; che devono attraversare sulle strisce pedonali scendendo dal mezzo; che devono dare la precedenza a destra e non possono percorrere strade a senso unico contromano. Vi sono poi alcune norme da rispettare nel dettaglio: il limite di 0,5 kW di potenza e 25 chilometri orari di velocità, che scendono a 6 nelle aree pedonali e nelle piste ciclabili; il divieto di circolare sui marciapiedi e sotto i portici; l’obbligo di segnalatori acustici (campanello) e visivi (luce bianca davanti, rossa dietro) oltre che giubbotto riflettente di notte; il divieto di traino e di trasporto passeggeri. Secondo l’Osservatorio, però, sono necessarie altre regole. Siamo favorevoli alla mobilità sostenibile, ma il diritto di circolare sulla strada comporta indissolubilmente dei doveri». (mi.mo.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 25 giugno.
Nella foto: un monopattino nel centro storico di Imola