Crisi post Covid, il comandante Costantini (Gdf) «Rischio criminalità, allerta sempre massima»
Sono tanti gli effetti collaterali del Covid-19. In economia il virus ha innescato una crisi che, a detta degli esperti, lascerà segni più profondi e duraturi di quella del 2008. I mancati introiti durante la fase di lockdown, la carenza di liquidità, la difficoltà di accesso al credito, l’impossibilità di rispettare le scadenze di pagamento sono solo alcuni dei fattori che rischiano di esporre le imprese più deboli a tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.
Già in aprile il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese evidenziava in una direttiva «il rischio che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose opportunità per le organizzazioni criminali» e sollecitava i prefetti a mettere in campo azioni mirate per prevenire e contrastare i fenomeni criminosi e ogni forma di illegalità.
Premettiamo che a Imola e circondario, al momento, alle forze dell’ordine non risultano situazioni legate a infiltrazioni e usura. Ma con il capitano Giacomo Costantini, comandante del la Compagnia del la Guardia di finanza di Imola, abbiamo comunque voluto affrontare l’argomento, per capire se e in che modo è possibile prevenire fenomeni simili.
Capitano, il processo Aemilia ha dimostrato che l’Emilia Romagna è terra ambita dalla criminalità. L’emergenza Covid ha già prodotto qualche effetto a Imola e circondario?
«Per quanto al momento non ci siano evidenze – risponde – non possiamo nemmeno dire che Imola sia un’isola felice, perché si tratta di fenomeni non immediati. È più probabile che gli effetti della crisi si manifestino nel breve e medio periodo. Eventuali infiltrazioni o fenomeni di usura diventano evidenti dopo un po’ di tempo. Non è possibile dire adesso che siamo esenti da tentativi, per quanto non ci siano evidenze in questo senso. Vista la situazione, l’allerta da parte nostra è massima». (lo.mi.)
L”intervista completa nel numero del Sabato sera dell”11 giugno