Coronavirus, l’imolese Guerrino Bertuzzi è guarito e ha deciso di donare il plasma
«Avendo passato indenne questa esperienza, ho pensato che essere utile agli altri fosse la cosa migliore da fare, così quando ho saputo che l’Emilia Romagna stava cercando persone guarite dal Covid per la donazione volontaria del plasma, non ho esitato». Esordisce così Guerrino Bertuzzi, pensionato sessantaseienne di Imola, donatore di sangue Avis da quando di anni ne aveva 18. Dai primi giorni di aprile è ufficialmente guarito dalla polmonite inter- stiziale causatagli dal virus della Sars Cov 2, si è quindi offerto volontario per entrare nella lista delle persone la cui idoneità alla donazione sarà valutata per lo studio nazionale (denominato Tsunami) sull’efficacia della terapia con plasma iperimmune.
Un passo quasi scontato per uno come lei, ma ci racconti quando e come si è reso conto di aver contratto il virus?
«Il 12 marzo, quasi per caso, sono venuto a sapere che l’amico di ritorno dalla montagna che avevo incontrato circa 15 giorni prima era in ospedale in condizioni serie a causa del virus, in quel momento ho capito che la tosse e la febbriciattola che mi portavo dietro da giorni potevano essere causate dal Covid. Ho subito contattato la mia dottoressa che ha predisposto con l’Ausl l’arrivo in sicurezza in ospedale, mio e di mia moglie Marilena, per fare tampone e tac. Siamo risultati entrambi positivi, io però sono stato ricoverato, mentre mia moglie è stata rimandata a casa dove ha seguito le cure e la quarantena. La mattina successiva, io e altre tre persone siamo stati trasferiti al Bellaria di Bologna dove solo da qualche giorno era stato allestito il reparto Covid da 150 posti, un miracolo». (m.o.)
La testimonianza completa su «sabato sera» dell’11 giugno.
Nella foto: Guerrino Bertuzzi, durante il ricovero al Bellaria con la vicina di letto Isabella