Coronavirus, nel bolognese identificato focolaio familiare con 5 casi. Dal 15 giugno le case di riposo riaprono alle visite dei parenti
Solo nove casi ancora attivi nel circondario di Imola e 1 guarito in più oggi nel bollettino sanitario dell’Azienda usl di Imola. Sono 399 i contagi refertati dall’inizio dell’epidemia e i casi attivi (cioè ancora positivi) sono 5 a Medicina, 2 ad Imola, 1 a Dozza, 1 residente fuori territorio.
Nel resto dell”Emilia Romagna, invece, oggi ci sono ben 33 casi in più rispetto a ieri, di cui 21 persone asintomatiche individuate attraverso l’attività di screening regionale. In particolare, sono stati registrati 14 casi di positività nella provincia di Bologna di cui 7 casi fanno riferimento all’attività di screening mentre 5 sono legati ad un piccolo focolaio familiare già identificato. Dopo la giornata a zero decessi di ieri, purtroppo oggi anche questo elenco è ritornato ad allungarsi: 4 morti (2 nel bolognese), 4.196 in tutto dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus. Continua comunque a calare il numero dei casi attivi, che a oggi sono 1.817 (-183 rispetto a ieri), i casi totali salgono a 28.028 refertati in Emilia Romagna.
Intanto si prosegue sulla via del ritorno alla normalità. Il presidente Bonaccini oggi ha firmato una nuova ordinanza che, tra le altre cose, prevede da lunedì 15 giugno la riapertura alle visite dall’esterno sia delle case di riposo per anziani (cra, rsa, case famiglia) sia delle strutture residenziali per disabili. I parenti non potevano entrare dal 10 marzo scorso per motivi di sicurezza (così come erano stati bloccati i nuovi ingressi di ospiti).
Le linee guida regionali ora prevedono indicazioni di massima tutela con ingressi limitati e scaglionati, visite su appuntamento e con una durata indicativa di trenta minuti. Se possibile, le visite dovranno essere limitate a un solo familiare, che all”ingresso sarà sottoposto alla misurazione della temperatura. Von potranno accedere alla struttura coloro che nella valutazione abbiano evidenziato sintomi compatibili con il virus o siano stati esposti a rischio di contrarre l’infezione. Le visite saranno comunque autorizzate dopo il parere favorevole dei responsabili delle strutture. Dovranno inoltre essere individuate aree dedicate agli incontri optando preferibilmente per spazi esterni. Non è ammesso l”accesso di familiari e parenti agli spazi di degenza, come le camere da letto, tranne in casi particolari e su autorizzazione della direzione sanitaria.
Il protocollo stabilisce anche le regole per l’accesso alle strutture del personale esterno, come fornitori e addetti alla manutenzione, che sarà comunque consentito solo per attività strettamente necessarie ed inderogabili, e potrà essere preso a riferimento, con gli opportuni adeguamenti, anche da altre tipologie di accoglienza, come le case di riposo, le comunità alloggio per anziani o le piccole comunità di tipo familiare (case-famiglia e gruppi appartamento). (l.a.)
Nella foto attività di screening sul Coronavirus