Tartaruga azzannatrice recuperata a Codrignano, ora è allo Zoo Safari di Ravenna
Avete mai visto da vicino una Chelydra serpentina, meglio conosciuta come tarta- ruga azzannatrice? Un rettile bellissimo ma, come dice il suo nome, molto pericoloso tanto da essere inserito nel- la lista degli animali la cui vendita e detenzione in Italia è vietata dal 1992 (decreti ministeriali del 19 aprile 1996, 15 maggio 2001 e 3 luglio 2003). Un esemplare, comunque, raro nel nostro territorio.
Almeno fino a sabato 6 giugno, come racconta Carlo Alberto Asioli, 23 anni, consigliere del Tarta Club Italia, associazione naturalistica no profit che si occupa della tutela delle tartarughe. «Un conoscente, vista la mia passione per questi rettili, mi ha chiamato dicendomi che ne aveva appena vista una tra la vegetazione lungo il fiume Santerno, vicino Codrignano, ma ne ignorava la specie – spiega Asioli, che nella sua casa di Massa Lombarda ne alleva circa duecento delle più comuni –. Arrivato mi sono subito reso conto che si trattava di un maschio del peso di circa 6 chili, lunga più di trenta centimetri e di età compresa tra i 30 e i 40 anni».
Il ventitreenne ha subito avvisato il servizio del corpo forestale dei carabinieri del Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) di Bologna. «È il primo passo da fare in questi casi – prosegue –. Lunedì 8 giugno, dopo la denuncia di ritrovamento al corpo forestale del Cites, l’ho consegnata personalmente allo Zoo Safari di Ravenna». La struttura romagnola, infatti, è autorizzata a detenere animali di questo tipo dove «gli faranno tutti gli esami diagnostici per valutarne lo stato di salute» conclude Asioli. (da.be.)
L’articolo completo su «sabato sera» dell’11 giugno
Nella foto: Alberto Asioli del Tarta Club Italia mostra la tartaruga azzannatrice recuperata lungo le rive del Santerno