Siccità, nella Romagna occidentale già distribuiti oltre 21 milioni di metri cubi di acqua irrigua
La primavera 2020 è da considerarsi la più secca degli ultimi 70 anni, con un calo del 60% delle piogge che si va ad aggiungere al calo delle precipitazioni invernali che aveva già fatto registrare un -30%.
Parola del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, intervenuto nell’attività di fornitura di acqua per l’irrigazione già dal mese di febbraio (di norma la stagione irrigua “regolare” inizia a metà marzo e si conclude a fine ottobre).
«In dettaglio, per quanto riguarda la porzione di pianura della Romagna occidentale, sono già stati distribuiti circa 21 milioni di mc di acqua, il triplo rispetto al volume prelevato nel medesimo periodo dello scorso anno – spiega il Consorzio –. Di questi 21 milioni, oltre 4 milioni di mc sono stati immessi nelle reti interrate in pressione dalle centrali irrigue, un quantitativo quattro volte superiore rispetto al volume immesso in rete nel medesimo periodo dello scorso anno. I rimanenti 17 milioni sono stati distribuiti attraverso i canali».
Inoltre, «per quanto riguarda la collina, si segnala che gli invasi sono tutti attualmente pieni e in esercizio già dai primi giorni del mese di marzo – aggiunge l’ente –. Se l’andamento stagionale proseguirà con queste scarse precipitazioni, da gennaio a maggio solamente 70 mm di pioggia, nei mesi di luglio e agosto potrebbero subentrare dei problemi, quando le portate dei corsi d”acqua torrentizi si ridurrà al minino, per poi probabilmente azzerarsi a causa della carenza di piogge del periodo primaverile».
«Nonostante le piogge di questi ultimi giorni i problemi legati alla siccità in agricoltura permangono – commenta Alberto Asioli, presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale – . In questo contesto, il ruolo del Consorzio è sicuramente strategico per tutto il comparto agroalimentare del nostro territorio, perché stiamo sostenendo nel migliore dei modi le esigenze idriche delle aziende agricole, che diversamente rischierebbero di perdere le proprie produzioni rimaste, in alcuni casi anche già falcidiate da altre calamità naturali». (r.cr.)
Nella fotografia, la centrale irrigua San Silvestro