Coronavirus, zero nuovi casi per Imola. Donini sui test: “Costo standard e regole chiare”. Lo screening su Medicina dopo Piacenza e Rimini
Nessuna variazione oggi nei dati dell’epidemia da Coronavirus nel circondario di Imola: restano 72 casi ancora attivi (positivi, cioè infatti) e 279 già guariti. Per raggiungere i 389 casi totali refertati dall’Ausl, vanno aggiunte le 38 persone morte. In ospedale rimangono solo 5 ricoverati per Covid, di cui 2 in terapia intensiva; 9 sono gli ospiti in convalescenza o in attesa di “negativizzare” nell’Eurohotel di Imola.
In tutta l’Emilia Romagna le nuove guarigioni sono 209, mentre i positivi sono 80 in più: “Fra gli aumenti giornalieri più bassi mai registrati finora” ha precisato la Regione nel bollettino odierno. Dall’inizio dell’epidemia i casi totali sono 26.876, le persone guarite sono 15.969, i casi attivi 7.040. Continua purtroppo l’onda lunga dei decessi: 22, che portano il totale a 3.867.
Ma la notizia del giorno è la nuova delibera regionale sui test sierologici, con i primi dati della campagna di screening avviata dalla Regione: con oltre 87 mila test sierologici già fatti è stato completato il primo giro sul personale sanitario e sociosanitario (circondario di Imola compreso), ora si sta completando quello su forze dell’ordine, vigili del fuoco, volontari e polizia penitenziaria, e ne seguiranno altri due a 15 giorni di distanza. Da questa settimana partirà anche lo screening sierologico sul campione della popolazione delle aree più colpite; diversamente da quanto annunciato inizialmente, si comincerà dalla provincia di Piacenza, a seguire Rimini, e Medicina sarà l’ultima. Circa 100mila test in tutto, 30 mila ai contatti stretti dei positivi, 30 mila random e 30 mila sui lavoratori.
“L’obiettivo è aver testato da qui alla fine di giugno almeno il 10% della popolazione dell’Emilia Romagna” ha detto l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini durante la conferenza stampa con la quale è stata dettagliata la delibera approvata oggi dalla Giunta con il piano che detta le regole definitive per i test sierologici.
In particolare per i singoli cittadini, all’avvio da domani. Confermato che non sarà possibile il fai-da-te, i cittadini potranno sottoporsi ai test solo con prescrizione medica e a pagamento, presso i laboratori autorizzati (ora ce ne sono 40 ma la l”elenco aumenterà ancora) che dovranno utilizzare i test contenuti nella white list validata dalla Regione stessa. Occorrerà la ricetta bianca rilasciata da un medico di fiducia, a partire quello di medicina generale, che potrà valutare l’effettiva necessità di effettuare il test. Se il test darà esito positivo alla presenza di anticorpi Covid, scatterà subito l’isolamento, in attesa del tampone (il cui costo sarà a carico del sistema sanitario). La presenza di anticorpi, infatti, non sancisce che non vi sia più presenza di virus in circolo, quindi occorre verificare che la persona non sia ancora contagiosa. E’ il direttore sanitario del laboratorio che dovrà avvisare sia la persona sia il Dipartimento di Sanità pubblica della Azienda usl competente della necessità di eseguire il tampone.
E’ stato indicato anche un costo di riferimento medio di 25 euro per tutte le tipologie di test effettuati (rapido, standard sul sangue per la ricerca degli anticorpi IgC e standard per gli IgM, diventano 50 euro nel caso di ricerca di entrambi). “Su questo la Regione si impegna ad assicurare un monitoraggio costante per individuare, e denunciare, eventuali episodi e andamenti speculativi” ha detto l’assessore. Tra l’altro, sotto il profilo tecnico il Piano stabilisce che la verifica dello stato immunitario possa essere condotta con un solo tipo di test, il sierologico rapido (pungidito) oppure standard (con prelievo venoso), senza la necessità di conferma con un secondo test.
“Partiamo da un punto fermo. Il tampone naso-faringeo è il solo e unico strumento che assicura la diagnosi – ha chiarito Donini -. Molto diversa l’utilità dei test sierologici, che assicurano un’indagine epidemiologica di massa utile a capire la diffusione del virus e che, primi in Italia, abbiamo deciso di utilizzare per screening sulla popolazione”. “Chi decide di sottoporsi al test – ha aggiunto l’assessore -, lo fa consapevole di rientrare in un programma autorizzato e controllato dal servizio sanitario regionale, e di sottoporsi pertanto a tutto ciò che questo programma richiede”. (l.a.)
Foto dalla pagina Facebook della Regione Emilia Romagna e Raffaele Donini