La comunità «Il Sorriso» dall”8 aprile scorso ha ricominciato ad accogliere nuovi ospiti
Un caso unico in Italia, a pochi chilometri da casa nostra. Stiamo parlando della Cooperativa Sociale «Il Sorriso», comunità nata nel 1982 a Borgo Tossignano (e poi trasferitasi a Fontanelice, nella frazione di Fornione) per accogliere ragazzi tossicodipendenti o alcolisti. La dottoressa Micaela Ravagli, da 25 anni direttore generale della cooperativa, è riuscita, assieme alla sua equipe, a far sì che la comunità restasse attiva in tutti i suoi aspetti anche durante questo periodo difficile. Dall’8 aprile, infatti, la comunità può accogliere nuovi pazienti, nonostante le restrizioni governative. Si tratta della prima struttura in Italia ad essere riuscita a realizzare un’operazione di questo genere ed è proprio la dottoressa Ravagli a spiegarci come. «La nostra cooperativa non ama le luci dei riflettori, da sempre restiamo un po’ nell’angolo: in questo caso, però, credo fosse giusto “pubblicizzare” quello che siamo riusciti a fare per andare incontro alle necessità dei nostri pazienti».
Com’è nata l’idea?
«Dopo lo scoppio dell’emergenza Covid-19, le direttive nazionali e regionali ci hanno costretti a “chiudere” – spiega la dottoressa Ravagli -. Chi era già nella struttura non poteva incontrare i familiari all’esterno, ma soprattutto non potevamo più accogliere nuovi pazienti. Avevamo tante richieste di ingresso, così ci siamo attivati per trovare un luogo dove far trascorrere la quarantena preventiva ai nuovi pazienti». (an.ca.)
L”intervista completa è su «sabato sera» del 7 maggio
Nella foto, il Casoncello, la struttura usata per la quarantena preventiva