Francesca Marchetti: «Sanità pubblica e territoriale per garantire i lavoratori»
Francesca Marchetti si è trovata a celebrare il Primo maggio con il ruolo di presidente della Commissione della Regione che si occupa proprio di Lavoro. Un argomento che l’emergenza sanitaria per il Covid-19 ha messo al centro di ogni ragionamento.
«L’Emilia Romagna di fronte ad un’epidemia senza precedenti ha dimostrato la sua qualità in tanti settori, a partire dalla tenuta straordinaria del sistema sanitario».
Partiamo proprio dalla sanità e da chi ci lavora.
«Voglio cominciare dal nostro circondario che è riuscito a riorganizzarsi grazie al lavoro dell’Ausl e di tutti i lavoratori: medici, infermieri, medici di base, operatori nelle case per anziani e farmacisti. Un’esperienza tra le migliori sul piano regionale e su quello nazionale. Il protocollo attivato dall’azienda imolese con le unità di cura domiciliare è il cardine per un’utile intervento a domicilio che sostituisce un ricovero improprio in ospedale».
(…) La salute pubblica è però solo la premessa per riavviare l’economia e parare i colpi di una recessione inevitabile. Cosa può fare la Regione?
«Abbiamo messo in campo gli strumenti per evitare un collasso sociale conseguente all’interruzione del lavoro di tante imprese utilizzando fin da subito gli ammortizzatori sociali in modo diffuso. Il Tavolo del patto per il lavoro avviato da Bonaccini nello scorso mandato, consente alla nostra Regione di mettere in sicurezza e fare ripartire alcune filiere internazionali, aprendo con gradualità attraverso protocolli aziendali, cito ad esempio l’Ima di Ozzano o la Ferrari, da estendere alle filiere, che sono l’identità del nostro tessuto composto da tante piccole imprese che sono indispensabili anche per le grandi aziende. Tra le filiere strategiche da fare ripartire c’è la ceramica, cara al nostro territorio, come l’automotive o la nautica, così come è indispensabile lo sblocco dei cantieri pubblici». (p.b.)
L’intervista completa sul numero del Sabato sera del 30 aprile
Fotografia di Marco Isola/Isolapress