Dalla maratona on line app utili contro il virus, l’idea della studentessa imolese Matilde Padovano
Per non stare con le mani in mano in questo periodo di confinamento forzato certamente difficile, ognuno fa quello che sa fare. Dal lockdown (confinamento, in inglese) britannico, l’imolese Matilde Padovano ha organizzato un hackathon per essere utile su più fronti per l’emergenza sanitaria in corso in Italia. L’emergenza è scoppiata anche in Gran Bretagna, dove la giovane frequenta il terzo anno di Informatica all’Università di Cambridge, ma per vicinanza con la madre patria, pur da lontano, l’imolese ha scelto di destinare la raccolta fondi dell’evento alla Regione Lombardia più duramente colpita. All’evento, in italiano, hanno partecipato duecento persone da tutto il mondo, divise in trenta team, tante quante sono le proposte ricevute dall’organizzatrice, che ha condiviso l’evento ma anche interviste e approfondimenti attraverso la piattaforma LeadTheFuture di cui è fondatrice.
Ma che cos’è un hackathon?
«Formalmente e letteralmente – spiega la Padovano – si tratta di una maratona per sviluppatori e programmatori informatici. La consegna dell’evento, che ho chiamato HackAtHome e che si è svolto su due giorni e due notti, prevedeva la realizzazione di un’app, software, gioco, piattaforma o altra proposta digitale utile ai tempi del Coronavirus». (mi.mo.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 16 aprile.
Nella foto: Matilde Padovano