Lisa Laffi: «Due anni di vacanze» all’avventura con Verne
Io ho imparato l’incantesimo a otto anni: mi bastava leggere un romanzo per immedesimarmi in un personaggio e trasformarmi in ciò che non ero nella vita reale. Ho sempre adorato i libri che mi portavano in posti lontani e mi permettevano di vestire panni avventurosi.
Dagli otto ai dieci anni ho letto tutti i libri di Salgari e sono diventata via via un corsaro, un «tigrotto» e un cowboy, ma forse il libro che ho utilizzato più spesso per dar vita alla magia è stato Due anni di vacanze di Jules Verne.
È la storia di quindici ragazzi che, per uno sfortunato evento all’inizio non ben precisato, naufragano su un’isola deserta. Si stabiliscono in una grotta e organizzano una quotidianità fatta di scuola (i grandi fanno lezione ai piccoli), elezioni (viene scelto un presidente) ed esplorazioni alla ricerca di cibo.
Si creano gruppi, che dopo due anni vengono però forzati a riunirsi per affrontare un’improvvisa minaccia esterna sopraggiunta. Infatti anche dei pericolosi criminali rimangono bloccati sull’isola; questi avevano ucciso l’intero equipaggio di una nave mercantile divenendo così a tutti gli effetti dei pirati: solo due persone erano riuscite a sfuggire alla carneficina, l’esattore delle tasse, Evans, e una donna di nome Kate. Alleatisi con i due adulti, i ragazzi si mettono a combattere contro i criminali; poi, riparata una barca riescono a tornare a casa.
Nel frattempo, la loro storia aveva già fatto il giro del mondo e si ritrovano così da un giorno all’altro famosi: il diario delle loro esperienze viene stampato e tradotto nelle maggiori lingue.
Due anni di vacanze è un libro intriso di avventura, di amicizia e di ideali. Una «perla» sconosciuta firmata Jules Verne, che consiglio a tutti i ragazzi pronti a «due anni di vacanze» in un’isoletta del Pacifico.
In questo periodo non si può viaggiare con il corpo, ma i libri ci permettono di farlo con la mente.