Coronavirus, come cambierà il turismo?
Nel mezzo dell’emergenza Coronavirus, mentre ancora si valuta quanto sia pesante l’impatto di questa sull’economia e si ragiona di misure di sostegno alle imprese, c’è un settore che più di altri risente del clima generale di incertezza. Questo settore è il turismo, che per sua natura vive di ciò che al momento è vietato al fine di contenere il contagio: viaggi, spostamenti, visite ai musei, frequentazioni di luoghi d’arte e cultura, soggiorni nelle più svariate località di villeggiatura.
Ma non per questo chi si occupa di turismo resta fermo in queste settimane. Al contrario, pur in attesa di maggiori dettagli sulla «fase due» dell’emergenza e sulle riaperture più o meno graduali delle attività, si cerca di attrezzarsi per gestire al meglio la ripresa, quando ci sarà.
«Il turismo sarà l’ultima attività a riaprire – è la prima considerazione di Erik Lanzoni, direttore della società di promozione turistica pubblico-privata If Imola Faenza –. Sarà l’ultimo settore a riprendersi non solo perché la socialità è il punto di partenza e ora è tutto fermo, ma anche per i cambiamenti di abitudini e culturali che questa emergenza ha determinato. Il tema non è solo riaprire le attività, ma anche con quali prescrizioni, quali regole. E’ presto per fare previsioni».
Le difficoltà, aggiunge Lanzoni, richiederanno misure specifiche di sostegno. «Ad oggi – sottolinea – gli unici provvedimenti presi riguardano dilazioni e spostamenti di pagamenti. Siamo in attesa del decreto nazionale, che dovrebbe arrivare a fine aprile, contenente misure solo per il turismo e che sarà un punto fermo importantissimo. Ci auguriamo che tali misure siano consistenti e concrete, perché la situazione è drammatica». (mi.ta.)
L”intervista completa sul numero del Sabato sera del 16 aprile