Il dottor Gardenghi (Ausl Imola) e le dipendenze da alcol, droghe e slot: «La quarantena può essere l’occasione per smettere»
Trovarsi chiusi tra le mura domestiche a causa dell’emergenza Coronavirus può essere una sfida molto difficile da affrontare, specie per chi ha una dipendenza, che sia essa da alcol, sostanze stupefacenti o gioco d’azzardo. Per questo motivo il Governo ha disposto che i Sert (servizi per le dipen- denze patologiche), restino aperti in quanto essenziali e continuino a seguire tutte le persone che hanno in carico. È così anche per il Sert dell’Ausl di Imola, attivo da trent’anni. «Garantiamo le terapie a quegli utenti che non possono rimanere senza farmaci causa crisi d’astinenza o disagio» spiega il direttore dell’Unità operativa Dipendenze patologiche, Stefano Gardenghi.
La quarantena forzata e i divieti hanno generato una riduzione dell’offerta.
«I giocatori d’azzardo sono penalizzati per fortuna dalla chiusura delle sale scommes- se e dalla mancata vendita di gratta e vinci o giochi simili. Alcuni si sono buttati sul gioco on line, ma non tutti ne hanno la possibilità. Gli alcolisti, invece, possono comprare da bere al supermercato, ma le serrande abbassate dei bar sono un ostacolo. Per le droghe, illegali ieri come oggi, chi le vuole trova comunque il modo. Per molti però può essere il momento giusto, se c’è volontà ed in assenza di una dipendenza forte, di smettere». (da.be.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 9 aprile.
Nella foto: un giocatore davanti a una slot (foto d’archivio) e il dottor Stefano Gardenghi