Coronavirus, anche il «no food» si organizza per le consegne a domicilio
Quella dei commercianti è la categoria che da più tempo sta scontando gli effetti delle restrizioni per contenere i contagi da Coronavirus. Le associazioni di categoria non nascondono le loro preoccupazioni, in attesa che si traduca in pratica l’annuncio dato dal premier Conte dello stanziamento di 200 miliardi di euro per sostenere il mercato interno.
«Bisognerà trovare un equilibrio per non spegnere il motore economico dell’Emilia Romagna – dice deciso Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Assimprese Bologna Metropolitana –. L’aspetto sanitario è primario, ma non si può risolvere soltanto dicendo alle attività di stare chiuse per un lungo periodo. Al contrario, bisognerebbe mettere in campo dei protocolli di sicurezza che consentano anche ai commercianti di poter riaprire. Se si adottano certe misure, e i relativi controlli, che garantiscono il distanziamento sociale, ad esempio guanti, mascherine ed entrate distanziate, non vedo perché un negozio non possa riaprire. La consegna a domicilio non può essere l’unica via».
«Dopo la pubblicazione dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio – fa sapere Confcommercio Ascom Imola – è stato chiarito che è consentito effettuare consegne a domicilio anche alle imprese del commercio al dettaglio del segmento “no food”. Per Imola e Castel San Pietro è richiesta comunicazione via Pec al Suap comunale di avvio temporaneo di vendita a distanza con consegna a domicilio. Ovviamente, l’operato è consentito se nel pieno rispetto delle disposizioni quanto a confezionamento e consegna dei prodotti alla clientela».
«Inizialmente poteva fare consegne a domicilio solo chi già faceva vendite on line dopo essersi registrato alla Camera di commercio – ci spiega la presidente, Sabina Quarantini –. Nei giorni scorsi, però, la procedura è stata snellita e anche chi in precedenza non l’aveva mai fatto ha potuto cimentarsi con questa modalità di vendita. In questi giorni stanno cominciando a portare la merce a domicilio anche negozi non di generi alimentari». (lo.mi./gi.gi.)
Le interviste complete nel numero del Sabato sera del 9 aprile
Fotografia di Marco Isola/IsolaPress