Calcio, l”ex Castello e Imolese Marco Menghi ora è nel vivaio rossoblù: «Qualche giovane può fare strada, sul Sillaro i miei anni più intensi»
Le giravolte che il destino può riservare sono strane. Spesso disegnano traiettorie che riportano dove tutto è cominciato. E possono ripetersi, come è capitato a Marco Menghi, ora referente delle squadre Giovanissimi, Allievi e Berretti dell’Imolese, ma della quale in pas- sato è stato pure giocatore e allenatore.«Arrivai nel 1982 dalla Stella Azzurra – ha raccontato Menghi -. Iniziai nei Giovanissimi, per poi saltare la Juniores, perché a 17 anni fui aggregato alla prima squadra allenata da Bruno Rinaldi, che mi fece esordire in Promozione. Alla fine del campionato 1988/89 passai al Castel San Pietro, dove Sergio Angeli, tecnico di scuola Sacchi, mi trasformò in difensore; terzino e poi centrale. Se nell’Imolese ho trascorso un periodo importante a livello formativo, devo ammettere che gli 11 anni nel Castello sono stati quelli più intensi dal punto di vista degli obiettivi raggiunti e delle soddisfazioni».
Parliamo del settore giovanile. Perché è così raro vedere qualcuno esordire in prima squadra?
«Oggi è difficile arrivarci. Si tratta di un percorso lungo, fatto di sacrifici e rinunce, che fanno desistere i più. Manca la continuità nell’impegno. Comunque Lorenzo Alboni e Daniele Suliani quest’anno sono riusciti ad esordire. Nell’Imolese, però, qualcuno che ha le carte in regola per fare strada c’è. Nella Berretti, ma anche nei più piccoli e c’è chi viene anche scelto da squadre professionistiche importanti. Oggi la cosa che conta per la società è consolidarsi a questi livelli e far crescere giovani capaci di ritagliarsi uno spazio, anche minimo, nell’area della prima squadra. Lo so, è complicato, perché quando uno gioca poco abbassa l’impegno e chiede di andare via. In questi casi serve una base solida, fatta di umiltà e di genitori che sostengono e stimolano. E non di procuratori che illudono i ragazzi e li convincono a scendere di categoria, facendogli così perdere un’occasione importante». (a.d.p.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 9 aprile.
Nella foto: Marco Menghi