Da Valentino a Max Mascia, dopo i primi 50 anni la storia del ristorante San Domenico continua…
La seconda puntata sul San Domenico (la prima è pubblicata sul «sabato sera» del 2 aprile) è rivolta al presente e al futuro. Se le parole di Valentino rappresentavano 50 anni favolosi di attività, quelle di Massimiliano «Max» Mascia si rivolgono all’attualità, perché uno chef giovane, di soli 37 anni (quasi), deve guardare oltre il romanticismo, diventare imprenditore e far quadrare i conti, rivolgendosi anche alle ultime generazioni e ai loro mezzi di informazione, soprattutto ai social network.
Come sono stati i tuoi inizi?
«Da piccoli si è influenzati molto dagli esempi dei genitori o dei parenti. Durante l’infanzia entravo spesso al San Domenico per salutare gli zii, ma anche solamente per giocare nei giardini pubblici adiacenti al ristorante».
Ed è stato amore a prima vista?
«Ricordo soprattutto gli odori e i sapori. Ma anche gli altri sensi erano all’erta, vedendo il pane sfornato, i biscotti e tutti quei signori vestiti di bianco che si muovevano come a ritmo di musica. Quella è stata l’impronta mentale che ho ricevuto, che poi con gli anni si è trasformata in studio e in lavoro, sempre con una grande passione che mi spingeva ad andare avanti e migliorarmi».
Eravamo a cavallo fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta.
«Esattamente. Tra l’altro nel periodo in cui Valentino era impegnato anche nel ristorante di New York. E forse anche quello ha influito, cioè il fatto di avere uno zio così importante, quasi mitico, che tornava coi regali da un mondo che si vedeva solamente attraverso i film. Non vedevo l’ora di diventare come lui».
I tuoi genitori ti hanno appoggiato in questa scelta?
«Assolutamente sì. E gliene sono grato. Mi hanno sempre fatto capire che potevo scegliere qualsiasi strada, a patto di affrontarla con decisione e serietà». (pa.za.)
Leggi tutta l”intervista a Massimiliano Mascia su «sabato sera» del 9 aprile
Nelle foto: Max Mascia in cucina e insieme allo zio Valentino Marcattilii e a Piero Lardi Ferrari