Task force del Governo contro le fake news e sostegno ai giornali cooperativi, Martella: «Acquistare un giornale è uno spazio di libertà»
Andrea Martella, il sottosegretario di Stato all’Editoria e all’Informazione, a gennaio era a Imola in occasione dell’anniversario dei 58 anni dalla nascita del nostro settimanale, sabato sera. Un incontro nel quale ha fatto un bilancio di quanto era stato fatto per il settore nei primi mesi del Governo Conte2 e le proposte per il futuro. Poi l’emergenza Coronavirus ha travolto ogni programma.
In questi tempi complicati, le persone hanno riscoperto la qualità dell’informazione e si stanno affidando sempre più a giornali, siti web, radio e tv, nazionali e locali, di riconosciuta affidabilità e professionalità.
Ma fare buona informazione costa e la crisi profonda rimane. La scorsa settimana proprio un suo tweet ha riportato l’attenzione sulle fake news, particolarmente pericolose in tempi di emergenza sanitaria. Anche le cooperative di giornalisti associate a Legacoop Culturmedia hanno lanciato una campagna per sostenere un’informazione puntuale e corretta.
Per combattere le fake news ha deciso di dare vita ad una vera e propria task force, di cosa si tratta? Ha richiamato all”ordine anche la politica…
«Sabato scorso (4 aprile) abbiamo istituito l”Unità di monitoraggio che avrà come compiti quelli di analizzare modalità e fonti che generano e diffondono le fake news. Uno strumento di servizio contro l’insidia della disinformazione che indebolisce lo sforzo di contenimento del contagio. Questa emergenza ha messo in evidenza la necessità di non sottovalutare la diffusione di notizie false che possono creare situazioni di allarme e pericolo. Far passare che i gargarismi con la candeggina sono efficaci non è una opinione è invece una fake e quando raggiunge milioni di cittadini può essere un problema. È una struttura snella aperta al contributo e alle interlocuzioni con istituzioni e società. Quindi ben vengano iniziative come quella di Legacoop per sostenere una informazione puntuale e corretta. Serve davvero un patto sociale per contrastare queste pericolose tossine».
Edicole aperte – con molte cautele anche nelle zone rosse, come Medicina e Rimini – e filiera editoriale garantita fino alle consegne agli abbonati. Eppure qualcuno ha lamentato che i giornali non sono «attività essenziali», non servono per mangiare…
«Il governo ha preservato dalla chiusura delle attività la filiera editoriale proprio per la sua funzione di servizio pubblico. Voglio ringraziare gli edicolanti per il loro preziosissimo lavoro in queste settimane difficili. È anche per questo che per le edicole abbiamo previsto alcune specifiche misure nel decreto di marzo a partire dal raddoppio del credito di imposta, da 2 a 4 mila euro, estendendolo oltre alle tasse locali e al canone di affitto anche alle spese di connessione e di recapito a domicilio dei giornali. Informare ed essere informati è un principio inderogabile per le democrazie a maggior ragione in situazioni di emergenza. Acquistare un quotidiano, una rivista, un periodico è “essenziale” perchè è uno spazio di libertà autentico mentre gli spazi fisici si sono ristretti».
All’inizio dell’anno a Imola, ragionando del futuro dell’editoria locale, ha ricordato che nella Legge di bilancio è stato introdotto il «congelamento» per il 2020 della riduzione dei finanziamenti e che era in avvio un cantiere per arrivare alla riforma dell’editoria o Editoria 5.0 entro l’estate. L’emergenza in atto come ha cambiato questi piani?
«Innanzitutto il differimento dei tagli lo abbiamo stato portato al 2022 (decreto proroga termini). Certamente l”emergenza incide sul calendario ma stiamo comunque lavorando per portare avanti alcune riforme per sostenere e innovare il settore. Editoria 5.0. rimane l”obiettivo finale per dare un piano di riforma strutturale ad un settore dopo 40 anni».
Quanto sta accadendo ha provocato l’aggravamento della situazione, con crollo dei fatturati pubblicitari, vendite. Come per altri settori dell’economia si stanno valutando ulteriori provvedimenti per questo 2020 per la tenuta delle aziende editoriali?
«Sono pienamente consapevole degli effetti sul settore. Proprio per questo nel decreto “cura italia” abbiamo previsto che il credito di imposta pubblicità per il 2020 si applichi sul 30% dell”investimento complessivo e non più sulla quota incrementale. È stata una prima misura, ora verificheremo nel dialogo con la filiera di individuare altre leve di intervento per aiutare il settore ad affrontare la crisi».(l.a.)
L”intervista completa sul “sabato sera” del 9 aprile e sulle altre testate legate a Mediacoop Culturmedia.
Nella foto Andrea Martella a Imola a gennaio, alla sua destra il direttore di “sabato sera” Fabrizio Tampieri, alla sua sinistra il presidente della coop Corso Bacchilega Paolo Bernardi e il coordinatore nazionale di Mediacoop Culturmedia Luca Pavarotti