«Spigolature» di ciclismo, mi è andato in fuga il gruppo… (di Nino Villa)
Torna la rubrica «Spigolature» di ciclismo, mi è andato in fuga il gruppo del giornalista di «sabato sera» Nino Villa.
Preoccupazione tra i ciclisti professionisti per la situazione: Sacha Modolo (Alpecin Fenix) è disponibile a tagliarsi lo stipendio in cambio di un anno di contratto in più, Matteo Trentin propone di aggregare i tre Grandi Giri in una corsa unica mentre i corridori francesi sono contrari alla proposta della ministra dello sport per correre il Tour «a porte chiuse», cioè senza pubblico, cosa abbastanza impossibile da realizzare.
Non ce l’ha fatta l’ex presidente della Fci Giancarlo Ceruti (’97/’05) deceduto il 1° aprile all’ospedale di Crema. Era stato per 20 anni segretario della Fiom-Cgil di Cremona. Nei suoi due mandati si è trovato a dover sostenere una situazione intricata per la lotta all’assunzione di Epo, con il Coni che si vide togliere l’accredito del suo laboratorio dell’Acqua Acetosa per controlli non effettuati su calciatori e Pescante fu costretto alle dimissioni. Il Coni pretese allora, in ritardo, la campagna «Io non rischio la salute» e la Fci dovette rovesciarla sul Giro, minacciando provvedimenti ai ciclisti che non avessero aderito. A Ceruti è stata imputata della responsabilità nel caso Pantani ma vogliamo ricordarlo in un filmato, solo e affranto, a Cesenatico durante i funerali di Marco. In quell’immagine era dipinta l’impotenza di non aver potuto evitare quanto accaduto. A Giancarlo Ceruti va dato il merito del grande impegno per la sicurezza dei corridori con norme per l’abilitazione delle staffette, ordinanze di chiusura del traffico e istituzione delle scorte tecniche.
Scomparso anche Americo Severini, 88 anni, da Barbara (Ancona). Fu un ottimo ciclocrossista con tre titoli nazionali vinti, un argento e tre bronzi ai Mondiali. Lo vedemmo anche a Imola ai campionati italiani del 1961 quando vinse in volata contro Renato Longo. «Con Renato mi sono rovinato da solo: faceva il fornaio al Giambellino (Milano) e una sera lo portai con me al Parco Sempione dove ci si allenava. Mi rimase a ruota e lo convinsi ad iscriversi alla mia società. Mi ha battuto tante volte…».
Dalla rubrica «Resistenza casalinga» di Marco Pastonesi… «Quando un corridore chiede: «Chi ha vinto?» o è suonato o è arrivato col buio». (Felice Gimondi). Quando ero alla Bianchi, il direttore sportivo Giancarlo Ferretti con me parlava in francese, perché non conoscevo l’italiano. Dopo che ero arrivato per 17 volte secondo, al diciottesimo sbottò: «Tam é rott i quaiò…» e io capii benissimo… (Rik Van Linden). Trentacinque volte primo nei Gran Premi della Montagna al Tour. Ero scalatore per natura. Sul Muro di Sormano al «Lombardia» sono passato tre volte primo ma il record ufficiale è di… Baldini. Si saliva con il 44×25, non c’era altro e non si stava tanto sui pedali perché la ruota slittava (Imerio Massignan). (n.v.)
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