L”imolese Marco Barbera ha partecipato ad una missione in Kenya per aiutare donne e bambini
Le mutilazioni genitali femminili (mgf in sigla) sono purtroppo ancora molto diffuse in ben 29 paesi africani, in alcune zone dell’Asia e, complice l’immigrazione, in alcuni casi anche negli altri continenti. Secondo dati Unicef ogni anno 3 milioni di bambine subiscono queste pratiche, con gravi danni fisici e psicologici, quando non subentra la morte per infezione a causa dell’inosservanza delle più elementari norme igienico-sanitarie. L’associazione bolognese di volontariato La nostra Africa onlus opera in Kenya da una decina d’anni, nella zona abitata dal popolo Masai, operando per la diffusione dell’istruzione tra bambine e ragazze e per la prevenzione di queste odiose pratiche. Durante le festività natalizie un gruppo di sei volontari ha trascorso due settimane nella comunità Masai di Iloshion, nel distretto di Kajiado, a sud della capitale Nairobi.
Della spedizione ha fatto parte il fotografo imolese Marco Barbera, che già nel 2019 aveva partecipato ad una missione nella città turca di Kilis, al confine con la Siria, per documentare la vita dei bambini di un campo profughi, da cui è nata poi una mostra, allestita nel chiostro dell’Osservanza durante «Imola in Musica». Durante la missione, i volontari hanno svolto diverse attività con le donne e i bambini. «Coni più piccoli – prosegue Barbera- abbiamo fatto dei giochi e operazioni igieniche come il lavaggio dei capelli oppure la pulizia del bulbo oculare con acqua e sale». Un’attività che si può riassumere nell’aiutare le donne a conoscere il proprio corpo per poi imparare a prendersene cura, a vantaggio di loro stesse, ma anche delle loro figlie. (mi.ta.)
L”intervista integrale è su «sabato sera» del 2 aprile