Medicina «zona rossa» contro il virus – Sapore di mare
Venerdì 3 aprile, Medicina «zona rossa». Come sta la vostra mascherina? Siete tra i fortunati che hanno potuta sostituirla? O tra quelli che la lavano? Ve lo domando perché la mia fa lo stesso odore che sale dalla darsena di Marina di Ravenna quando ci sono 40 gradi e si è verificata una moria di pesci. Eppure, sarò uscito una decina di volte, poco più, e ancora non sputacchio, ho tutti i denti. Chissà…
Ho fatto due passi sotto ai portici, i vari cartelli che annunciano la chiusura per Coronavirus si stanno lacerando, comincia ad essere tanto il tempo trascorso in questa situazione. È stato caldo, poi freddo, è tornato il caldo e c’è stata un’altra ondata di gelo. È piovuto ed è caduto pure qualche timido fiocco di neve. È passato anche l’1 aprile, appena una manciata di scherzi, c’è ormai poca voglia di ridere. Girava questa foto con Conte che annunciava: siete liberi! «L’uomo che non stava in casa» l’ha guardata e ha sorriso: dovevi ordinarmi il contrario, se volevi farmi uno scherzo. Ma ormai, anche «L’uomo che non stava in casa» ha perso verve.
Mi resta poco da scrivere ormai, non succede più nulla, è un letargo nel letargo. Ho chiesto ad amici e conoscenti di combinare qualcosa, così da darmi spunti, ma nulla. Soltanto un gruppo di amici ha tentato di farsi arrestare organizzando una partita a calcetto nel giardino di casa, con tanto di casacche e arbitro. I carabinieri sono andati e li hanno sciolti per assembramento. Per il resto è routine. (Corrado Peli)
Scatto da Medicina